I test salivari saranno equiparati ai tamponi e dunque saranno validi per ottenere il green pass. È questa una delle novità scaturite dall’approvazione in Senato del decreto 105. Ma i test salivari saranno anche effettuati dagli alunni in alcune scuole “sentinella” che le Regioni hanno individuato. I primi test sono stati effettuati nelle scuole, ad esempio nel liceo scientifico Majorana di Mirano (Venezia) sono stati consegnati all’Ulss 3 di Venezia i primi 21 campioni a cui si sono sottoposti gli studenti. Verranno analizzati dai tecnici della Microbiologia dell’ospedale di Mestre.
Successivamente anche l’istituto Furlan di Spinea ha restituito i primi 120 test all’Ulss veneziana. I test saranno effettuati durante tutto l’anno con un coinvolgimento di circa 1500 studenti della provincia veneta. In base all’età si sceglierà il test salivare da effettuare.
Hanno un’alta sensibilità. Una volta fatto il prelievo nelle scuole, si possono analizzare in laboratorio, ma avere il risultato richiede da 12 a 24 ore: troppo per le esigenze scolastiche di rapidità dello screening, che dovrebbe costare poco ed essere veloce.
Cercano proteine del virus, ma senza amplificarle. Di conseguenza questi test hanno “una bassa sensibilità analitica e una bassa sensibilità clinica”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano. Secondo uno studio recente basato su circa 11.000 di questi test per lo screening nelle scuole, la positività era dello 0,2%: “estremamente bassa”, osserva l’esperto. Il rischio di avere falsi negativi è significativo.
Un buon compromesso potrebbe essere rappresentato dai test salivari molecolari delocalizzati, rapidi ma mediamente costosi. Gli esperti spiegano che l’analisi del campione in questo caso avviene direttamente nelle scuole, con uno strumento che sta nel palmo di una mano ed è collegato in tempo reale a un laboratorio di analisi, con un operatore che controlla il risultato da remoto.
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