Partirà dalla Lombardia l’adozione dei test salivari nelle scuole. Dopo la sperimentazione nel comune di Bollate, la proposta è stata allargata tutta la Regione, trovando il parere favorevole del governatore Fontana. L’assessore Moratti ha chiesto al Ministero della Salute l’autorizzazione per poter procedere con il loro utilizzo, a poca distanza dal rientro in classe del 26 aprile.
L’approvazione ai test salivari arriva per diversi motivi. Dalla sperimentazione nelle scuole di Bollate si è potuto constatare che i test sono semplici e non invasivi, specie per i più piccoli. In più secondo gli esperti, sono efficaci come i tamponi molecolari nasofaringei. In più non ci sarà bisogno di utilizzare personale sanitario poiché semplici da utilizzare. Questi test sono già utilizzati in altri Paesi come Stati Uniti, Francia e Giappone e adesso hanno avuto l’ok anche in Italia.
“Mi auguro che possa avere il massimo dello spazio nel Paese – ha dichiarato l’infettivologo dell’Ospedale ‘Sacco’ di Milano Massimo Galli a SkyTg24 – Oltretutto la tecnica in questione, parlando di un test salivare quindi non invasivo per il bambino, per il ragazzo, è facilmente prelevabile. Con la possibilità di avere una risposta rapida, ci dà una notevole spinta per cercare di delimitare il problema nei contesti delle scuole che continuo a sostenere, sono ambiti dove l’infezione, soprattutto questa data dalle varianti (inglese), non può che circolare. Se non circola nei locali scolastici, circola subito prima o subito dopo, nei mezzi di trasporto, in tutta una serie di situazioni a cui i ragazzi sono esposti. Mi auguro che questa sperimentazione, promossa dall’università statale di Milano, possa avere successo”.
“Negli altri paesi, in Giappone, Stati Uniti, Francia sono stati introdotti, in Italia no – spiega il professor Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di medicina dell’Università di Milano – sono efficaci quanto quelli naso-faringei. Speriamo possa diventare un modello. I vaccini per i bambini non esistono ancora. Iniziare a settembre con i tamponi salivari sarebbe ideale. Non sono invasivi, sono facilmente riproducibili e hanno costi molto bassi”.
Il test della saliva può consentire contemporaneamente l’identificazione di casi attivi, casi precedenti e risposte immunitarie indotte dal vaccino poiché gli anticorpi nella saliva riflettono le concentrazioni nel siero.
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