Sin dai primi giorni dell’avvio della campagna di somministrazione dei test sierologici per docenti e ATA una delle domande più frequenti, posta anche da diversi operatori scolastici, è: perchè il test sierologico deve essere facoltativo?
In effetti, si tratta di un punto molto importante che già dalle prime indicazioni ha sollevato parecchi dubbi.
“Perchè non sono obbligatori? Io lo sto facendo. Ma chi mi dice che il mio collega o il collaboratore scolastico che ha deciso di non farlo non sia positivo? Non solo metterebbe a repentaglio la salute dei colleghi, ma anche quella degli studenti. Senza contare che in questo caso tutta la scuola rischierebbe di chiudere“.
E’ uno dei tantissimi commenti che sono arrivati alla nostra redazione sul tema.
In realtà, lo stesso coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha detto che avrebbe messo l’obbligo del test, ma per farlo bisognava intraprendere un percorso normativo. Tuttavia, il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha comunque spiegato che “nel corso dell’anno scolastico abbiamo immaginato ci siano dei cluster, dei campioni sia per docenti che per gli studenti“.
Una volta assente l’obbligatorietà dei test per il personale scolastico, sono stati in molti ad intervenire sul tema e provare a “convincere” quei lavoratori della scuola contrari a sottoporsi al test sierologico: dall’associazione nazionale presidi a Carlo Cottarelli, passando pure per alcuni personaggi famosi.
C’è anche un altro interrogativo: perchè gli studenti non devono fare il test? Se uno studente è positivo ma asintomatico, anche in questo caso, metterebbe a rischio la salute di tutta la scuola.
Rusconi dell’Anp Lazio, in effetti, aveva proposto questa strada: un test sierologico anche agli studenti dal triennio in poi, “data la loro frequenza della movida la sera, ma no siamo stati ascoltati“, conclude Rusconi.
Tuttavia, come abbiamo avuto modo di scrivere in precedenza, in realtà sono tantissimi i docenti e il personale Ata che intendono fare il test ma che risultano impossibilitati: molte regioni non hanno ancora consegnato il kit ai medici di base e in altri casi, invece, sono gli stessi medici che si rifiutano di effettuare i test in quanto, loro modo di vedere, mancherebbero le condizioni di sicurezza.
Quindi, se ancora mancano all’appello migliaia di lavoratori, bisogna considerare una buona fetta di questi impossibilitati, tanto che non sono pochi coloro che stanno procedendo privatamente a sottoporsi al test sierologico. A loro spese, quindi. Come del resto tutti i supplenti della scuola.
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