C’è maretta nelle scuole campane per la decisione presa dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con l’ordinanza numero 70, di rendere obbligatorio lo screening sul personale scolastico. La decisione ha preso alla sprovvista il personale e i sindacati, ancora sinora silenti, anche se a dire la verità il governatore aveva anticipato le intenzioni qualche giorno prima.
Il testo dell’ordinanza
Nell’ordinanza – che supera ampiamente il Protocollo sulla sicurezza per il rientro a scuola sottoscritto ad inizio agosto dal ministero dell’Istruzione con i sindacati – si legge che a “tutto il personale, docente e non docente, delle scuole ed istituti scolastici di ogni ordine e grado della regione Campania è fatto obbligo ove residente nella regione Campania, di segnalarsi al proprio Medico di medicina generale ovvero al Dipartimento di prevenzione della ASL di appartenenza al fine di sottoporsi al test sierologico e/o tampone e di esibizione dei relativi esiti al proprio Dirigente scolastico, che esercita le funzioni di Datore di lavoro nelle scuole statali, ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro; ove residente in regione diversa dalla Campania, di segnalarsi al proprio Dirigente scolastico (che esercita le funzioni di Datore di lavoro nelle scuole statali), ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro, al fine di sottoporsi al test e/o del tampone a cura del servizio sanitario regionale”.
Obbligo di comunicazione dei dirigenti alla Asl
L’ordinanza n. 70 prevede anche che “ai Dirigenti scolastici ovvero, per le scuole paritarie, ai Datori di lavoro, è fatto obbligo di raccogliere e segnalare alla ASL di riferimento della scuola i nominativi dei soggetti, di cui al precedente punto 1.1., secondo alinea, da sottoporre a screening e di verificare, antecedentemente all’avvio dell’anno scolastico, che tutto il personale sia stato sottoposto a screening, segnalando alla ASL di riferimento entro il 21 settembre 2020 eventuali soggetti che risultino ancora non controllati – si sottolinea – E’ demandata alle AASSLL della Campania ogni iniziativa e attività- anche con il supporto, ove necessario, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno”.
I Dirigenti Scolastici/Datori di lavoro “avranno cura di diffondere il presente provvedimento presso il proprio personale e di richiamare le sanzioni connesse all’eventuale inosservanza”.
Le sanzioni
E qui viene il bello. Perché l’ordinanza contestata dice che fatto “salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale, le violazioni delle disposizioni della presente Ordinanza sono punite con il pagamento, a titolo di sanzione amministrativa, in conformità a quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge n.35 del 2020 e ss.mm.ii”.
Traducendo i riferimenti normativi dell’ordinanza, inizialmente poco considerati, è emerso che multa a docenti e Ata che entro il prossimo 24 settembre, quando in Campania inizieranno le lezioni, non dovessero svolgere il test va dai 400 ai 3.000 euro: è la medesima sanzione amministrativa prevista se si viola il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina laddove previsto. Così come per le multe stradali. In tutti i casi, chi paga entro 5 giorni dalla ricezione può fruire del 30% di sconto.
Chi è esente
Le disposizioni, comunque, “non si applicano ai soggetti che comprovino al proprio Dirigente scolastico- ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro- di aver effettuato, anche su base volontaria, test sierologico e/o tampone diagnostico in data non anteriore al 24 agosto 2020, con esito “negativo””.
Una possibilità che riguarda, però, solo una parte minoritaria di docenti e Ata considerando anche gli ostacoli che gli stessi hanno trovato nei giorni passati per svolgere il test, ad iniziare dal diniego di una parte considerevole di medici di base.