Test Tfa: palese squilibrio nella provenienza degli esperti

Dopo il rimpallo delle responsabilità di chi fosse stato a costituire il gruppo di lavoro idoneo a predisporre gli item della prova preliminare di accesso al Tirocinio formativo attivo per l’anno accademico 2011/2012, ecco pubblicato, con procedura di assoluta trasparenza, il decreto della Direzione Generale del Miur, in cui compaiono i nomi dei docenti responsabili di aver confezionato un numero sconsiderato di test errati.
 Tale decreto è stato firmato il 5 agosto 2011, quando al Miur c’era ancora l’on.. Mariastella Gelmini. Tra i 145 nominativi che compaiono in questo elenco, non troviamo docenti di città importanti come per esempio Venezia, Bologna, Catania, Verona, poi c’è un solo docente di Firenze e uno solo di Bari. Invece considerevole il numero di calabresi presenti in qualità di esperti. Gli esperti provenienti dalla Calabria sono 22. In particolare spuntano i nominativi di 16 docenti provenienti dalla provincia di Reggio Calabria, città che ha ospitato, per motivi di studio, per un solo anno (2000-2001) e con tutti gli onori, l’ex ministro dell’Istruzione. 
Per comprendere meglio anche l’anomalia della proporzionalità geografica della provenienza di questi esperti contiamo che ci sono 22 docenti che vengono da Roma, 12 da Milano, 7 Torino, 10 da Napoli, 16 da Palermo. L’anomalia della proporzionalità geografica è evidente e inspiegabile. Come è possibile che una città come Firenze ha un solo esperto inserito nel gruppo di lavoro, mentre una città come Reggio Calabria ne ha 16? Con quale ratio è accaduto questo? C’è anche da dire che costruire degli item è un lavoro veramente complesso, che non può essere affidato a chi lo richiede o all’amico di turno. 
È scritto nel decreto n. 52 del 5 agosto 2011, a firma Dott. Luciano Chiappetta, che il gruppo di lavoro costituito, avrebbe dovuto assicurare una direzione armonica ed equilibrata per la preparazione dei test di selezione. Invece taluni docenti inseriti in questo gruppo di lavoro, secretato fino ad oggi, non godendo nemmeno delle competenze professionali adeguate, non sono stati in grado di costruire degli item corretti. Ma con quali criteri sono stati scelti questi sedicenti esperti? 
Quale titolo particolare possedevano per avere affidato un lavoro per nulla facile? Se qualcuno potesse rispondere a queste domande, probabilmente troverebbe le risposte del fallimento dei test preselettivi che hanno rischiato di fare saltare i corsi Tfa, che se sono rimasti in vita e non sono stati seppelliti da migliaia di ricorsi al Tar, questo è dovuto alla grande diplomazia e trasparenza che bisogna riconoscere al ministro Francesco Profumo.

Lucio Ficara

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