L’anticipo ad aprile, per affrontare i test che consentono l’ingresso nelle università a numero chiuso, sta mettendo in difficoltà i circa 90 mila studenti delle superiori. Ma anche i prof accusano il colpo visto che si trovano di fronte classi affaticate dal peso di una doppia preparazione.
Allora il dubbio amletico: prepararsi sui quiz o nelle materie per gli esami di stato? E così sembra che alcuni presidi stiano scrivendo alla ministra Stefania Giannini per porre il problema della sovrapposizione dei tempi.
“LA MIA giornata tipo? La mattina a scuola fino all’una poi dalle due fino alle 8 in biblioteca — racconta Sara a Il Quotidiano.net—. Ci sono alcuni periodi in cui ci si deve preparare unicamente per la scuola: ci si trova a dover scegliere. Certo, il livello di stress è elevato. Nel mio caso il primo quadrimestre è andato bene, ma non bene quanto gli anni precedenti”.
E un’altra ragazza dice “Molte conoscenze richieste nei quiz, avendo fatto il classico, le ho affrontate due anni fa e in modo anche superficiale. Quindi ora è tutto molto impegnativo. Voglio uscire con un buon voto alla maturità e allo stesso tempo prepararmi bene per la prova dell’8. Lo stress psicologico è molto alto”.
E in questo guado tra opposti esami, ma ugualmente importanti per il futuro dei ragazzi, mentre delle scuole stanno organizzando corsi pomeridiani propedeutici ai test, delle università ed enti privati ne implementano altri rigorosamente a pagamento, per afferrare il business.
Tuttavia a fronte delle spese, della fatica e dello stress c’è anche il rischio tangibile della bocciatura per entrare nelle università a numero chiuso, per cui la rabbia degli studenti è palese e di cui si fa portavoce la Rete degli studenti: “Per noi è una follia già creare barriere di accesso universitario. Questo è un sistema iniquo e inefficace rispetto agli standard che ci chiede l’Europa ma che chiediamo anche noi studenti. E poi l’idea di anticipare i test ad aprile è allucinante: programmi in classe completamente bloccati e studenti, anche tra i più bravi, che stanno pensando solo al test e a malapena viaggiano sulla sufficienza”. E per quanto riguarda i corsi di preparazione esterni alla scuola, viene detto: “Sono diventati un business e si è gonfiato anche il mercato delle ripetizioni. È uno scandalo, perché significa che la scuola è privata del proprio mestiere e non riesce a garantire un percorso scolastico che abbia un inizio e una fine”.
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