Ancora aggiornamenti sul caso della madre stanca delle continue vessazioni da parte di una ragazza nei confronti della figlia che ha aggredito la bulla con una testata scuola. La donna, una casalinga 46enne, ha deciso di raccontare la verità sull’accaduto, attaccando l’istituto, il Majorana di Bari, lo stesso dove è stato aggredito un docente qualche mese fa dal padre di un’alunna, nel corso di un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno.
Le due ragazze, a quanto pare, prima di diventare vittima e carnefice, una volta erano amiche. Qualcosa, all’improvviso, è poi cambiato: “La ragazza ha convinto le altre amiche a prendere di mira mia figlia. La inserivano nei gruppi su WhatsApp e la riempivano di insulti, minacce, la offendevano in ogni modo. Mia figlia è una ragazza fragile, ne ha sofferto tantissimo”, ha detto la madre, che racconta di aver deciso di risolvere la questione parlando con la famiglia della bulla.
“Mi sono rivolta alla madre di questa ragazza. Le nostre case sono vicine e io gliene ho parlato sia al telefono sia di persona, recandomi più volte da loro. L’ultima volta è stata la ragazza stessa a buttarmi fuori da casa sua. Ma non sono mai stata capita”. Niente da fare, dunque.
Le vessazioni sono continuate anche dopo alcuni mesi di assenza da scuola della vittima: “All’inizio dell’anno scolastico si fratturò alcune costole cadendo da un monopattino e fu costretta a tre mesi di convalescenza. Mesi in cui fu bersaglio di insulti e minacce di ogni tipo. Il giorno prima che tornasse a scuola, era novembre 2021, mi recai in classe con mia figlia grande, chiedendo ai compagni di finirla. La ragazza iniziò a prendermi in giro, dopo un battibecco me ne andai. Ci rincontrammo giù, gli insulti continuarono e iniziò una colluttazione in cui rimase coinvolta anche mia figlia. Non c’è stata nessuna testata, la ragazza perdeva qualche goccia di sangue, forse si era graffiata a causa del piercing che portava. Di sicuro non aveva il naso fratturato”, ha detto la donna, che quindi nega di aver colpito l’adolescente con una testata.
“La situazione ha gettato mia figlia nel terrore più profondo, era talmente spaventata che ha saltato la scuola per mesi. È tornata solo quando le hanno cambiato la classe. Per fortuna adesso ha come compagni dei bravi ragazzi, che la stanno aiutando a superare il trauma. Ma ormai non esce più da sola, ha troppa paura”, ha aggiunto.
“Dalla scuola non mi hanno aiutato perché non hanno le prove. Ho segnalato tre episodi (un tentativo di aggressione con un mattarello, una sigaretta lanciata addosso, un’aggressione verbale della scorsa settimana) ma sostengono di non avere riscontri. Però hanno deciso di spostare mia figlia in un’altra classe. Vorrei lanciare un appello ai ragazzi che vivono situazioni simili: parlatene con i vostri genitori, non sentitevi in imbarazzo”, ha concluso con amarezza la mamma della vittima.
Si è svolto lo scorso 20 novembre al Ministero dell'Istruzione e del Merito l’incontro di…
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Ministro dell’Istruzione…
Continuano in modo frenetico gli incontri tra organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL 2019/2021 e i…
L'insegnante di sostegno che è stata aggredita da una schiera di trenta genitori inferociti è…
“Nella Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, il mio pensiero commosso va alle vittime…
La scrittrice Susanna Tamaro, in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha fatto una…