Purtroppo una parte sindacale sta perdendo punti dal punto di vista della comunicazione.
Si sta identificando sempre più con un tipo di comunicazione dove al centro non ci sono i fatti, bensì dei flash finalizzati alla sfera emozionale. Oggi questa particolare forma di comunicazione, si chiama “post-verità”.
Neologismo che nasconde il NULLA, l’assenza, l’addomesticamento dei fatti o della relativa documentazione.
Mi riferisco al testo Unico. Si legge dal sito della Cgil-scuola: ”… ad una prima lettura dei testi in nostro possesso, in diverse materie sono stati eliminati i riferimenti “agli esclusivi” limiti di legge restituendo al contratto collettivo nazionale di lavoro parte del ruolo che gli era stato tolto. Anche la contrattazione integrativa potrà giovarsi del superamento di alcuni vincoli previsti dal d.lgs 150 che sarebbero entrati in vigore al rinnovo dei CCNL“.
Chiedo: perché rimanere sul generico e non fare qualche esempio di contenuti tolti al riferimento primario della legge? Perché non pubblicare gli stralci del nuovo T.U. – pare in possesso solo della Cgil-scuola e non degli altri sindacati che opportunamente tacciono sui loro siti – ai quali ci si riferisce?
Proseguo. Si legge subito dopo nella nota CGIl-scuola, evidenziando un cambio di tono ”Tuttavia sul comparto ‘Istruzione e Ricerca’ si doveva e si poteva fare di più, proprio nell’ottica di una piena valorizzazione dell’autonomia di cui godono le istituzioni pubbliche della conoscenza.”… ”In questo quadro confermiamo il nostro giudizio negativo sulla normativa delle sanzioni disciplinari e sul permanere dell’ideologia che ispirava la legge Brunetta. L’attuale impianto normativo si conferma, quindi, inaccettabile”.
Personalmente ho capito poco! Questo mix di moderata soddisfazione non supportata dalla documentazione e di giudizio negativo non aiuta alla chiarezza, confermando la sensazione che il sindacato abbia iniziato l’operazione ritiro-consenso dopo l’inopportuna dichiarazione a caldo, basata solo sulla nota del governo.
Il segretario Camusso, infatti, dichiarava il 19 maggio: “Il decreto arriva dopo l’accordo del 30 novembre e dopo un costruttivo confronto con Cgil, Cisl e Uil, teso a mantenere fermi i punti centrali dell’intesa: più spazio alla contrattazione, a tutti i livelli, superamento del precariato, tutela e qualificazione del lavoro pubblico”. E ancora ”Eliminato l’ultimo ostacolo al rinnovo dei contratti; abrogate le fasce Brunetta e le sue disposizioni punitive; restituito spazio alla contrattazione nazionale e di posto di lavoro; previsto un piano di assunzioni straordinarie per migliaia di precari”.
Altro esempio è il contratto economico. Si legge sempre nella nota (titolo) ”Ed ora il contratto“. La dichiarazione sembra indicare una firma che migliorerà significativamente la nostra esistenza! Altro addomesticamento dei fatti!
Infatti questi indicano un irrispettoso aumento lordo in tre anni di 85€ (a regime saranno 50-60€) Certo, aspettiamo da diversi mesi questo “strabiliante”, “storico” contratto economico, regalando, tra l’altro, all’Amministrazione i sei mesi del 2015, seguenti la sentenza della Massima Corte e che sanzionava l’incostituzionalità del prolungamento del blocco contrattuale (24 giugno 2015).
Sono pronto a rivedere il mio giudizio, ma solo dopo aver letto il nuovo testo unico e il contenuto del contratto economico. E sinceramente quanto lo vorrei!
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