Tetto del 25% di assenze alle superiori, il Miur non fa sconti

Che piaccia o meno, negli istituti superiori il “tetto” del 25% di assenze dalle lezioni dovrà essere pienamente applicato già in occasione degli scrutini del prossimo giugno. Non sono ammissibili eccezioni o soluzioni metà tra il vecchio e il nuovo. A ribadirlo, il 4 marzo attraverso la circolare n. 20, firmata dal direttore generale Carmela Palumbo, è il ministero dell’Istruzione: citando la nuova normativa che regola la materia, introdotta con il Dpr 122/2009, il Miur ha sottolineato che gli studenti che alla fine del corrente anno scolastico siano incappati in assenze superiori ad un quarto delle lezioni svolte scatterà l’esclusione dallo scrutinio finale e – sottolinea la circolare ministeriale – la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale di ciclo“. Considerando l’alta percentuale di assenze, soprattutto nelle aree socialmente più in difficoltà (come le periferie) ed in particolari istituti (in testa i professionali), è facile prevedere che da quest’anno il numero respinti è destinato a salire. E nemmeno di poco: anche non è possibile ad oggi stabilire di quanto, al momento si può comunque dire che verrà sicuramente superata la soglia media del 13,3% di respinti a giugno 2010 e del 14,1% del 2009.
Sull’entità delle bocciature in più, peserà molto l’applicazione delle deroghe stabilite da ogni singolo istituto: a mero titolo indicativo“, nella circolare di viale Trastevere si indicano come plausibili, quindi come giorni di assenza da estrapolare dal computo finale, quelli derivanti da importanti motivi di “salute adeguatamente documentati, ma anche da terapie e/o cure programmate, donazioni di sangue, partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal Coni“. Le deroghe, inoltre, saranno applicabili a condizione, comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati“.
Il ministero ha anche specificato che ogni studente avrà il proprio “orario annuale personalizzato”: per il computo finale degli iscritti alle classi quarte e quinte degli istituti professionali, ad esempio, bisognerà considerare la frequenza delle 66 ore di alternanza scuola-lavoro. E, tanto per continuare con gli esempi, a tutti gli iscritti che non si avvalgono dell’ora di religione (alle superiori oltre 250.000 studenti) e non svolgono l’ora alternativa, bisognerà applicare le percentuali su un monte annuale ridotto di 33 ore.
A tal fine, continua il Miur, sarà indispensabile fare riferimento “all’orario complessivo di tutte le discipline e non nella quota oraria annuale di ciascuna disciplina”. Ora appare tutto chiaro. Anche il fatto che alle superiori ogni fine anno scolastico le segreterie didattiche, soprattutto quelle che non hanno automatizzato i conteggi delle assenze, saranno chiamate ad una mole di lavoro non indifferente.
Alessandro Giuliani

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