Infatti il primo corso era stato bandito nel 2013 e la sua definitiva conclusione è prevista entro la prossima estate, quindi il Miur si porta avanti col lavoro con il nuovo decreto. In alcuni atenei gli esami di ammissione potrebbero partire già in primavera. Le prove saranno sempre tre, un quiz di pretest, quindi scritto e orale. A differenza del Tfa ordinario, i quesiti sono preparati dalle singole università, non c’è un test unico nazionale. E questo permette di tentare l’accesso in più atenei diversi: anche le date saranno variabili, adesso che è uscito il decreto ogni ateneo dovrà pubblicare il bando per la propria offerta formativa. Immutati anche i costi del corso, almeno così sembra, tra i 2.500 e i 3mila euro complessivi. E la durata: 8 mesi di lezioni e 5 di tirocinio degli istituti (da svolgere anche contemporaneamente).
In totale i posti saranno 5.857, la maggior parte di questi vanno alla Lombardia (a quota 1.205), seguita da Lazio (864) e Campania (628). Rispetto alla circolare emessa dal Miur lo scorso giugno, c’è uno scarto di 745 unità dal numero di 6.602 posti approvati in origine: il gap è rappresentato dall’offerta formativa di Sardegna e Val d’Aosta, le cui università al momento non parteciperanno alla pubblicazione dei bandi perché ancora in forte ritardo con i corsi del primo ciclo.
Le principali novità del decreto riguardano invece i percorsi abbreviati e i soprannumerari.
Il requisito d’accesso fondamentale resta l’abilitazione all’insegnamento, e il concorso è aperto anche ai docenti che occupano una cattedra a tempo indeterminato. Ci saranno percorsi alternativi e più corti per i docenti già abilitati al sostegno in un altro grado d’istruzione, esentati dalle lezioni (ma dovranno comunque conseguire i 9 crediti di laboratorio e i 12 di tirocinio). Previsto, infine, anche l’accesso in sovrannumero per tutti gli idonei non specializzati del primo ciclo: al contrario di quello attuale, infatti, il precedente decreto non prevedeva la possibilità di ridistribuire i posti rimasti vacanti per rinunce fra chi aveva superato il test senza risultare vincitore. Saranno pure ammessi i vecchi idonei nonché i diplomati magistrali