Tfa, finalmente il Miur risponde alle nostre domande. Ma non a tutte
Dopo tanta attesa, finalmente il Miur risponde ad alcune delle domande sul nuovo reclutamento degli insegnanti che “La Tecnica della Scuola” ha posto pubblicamente al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, attraverso gli ultimi due numeri del nostro quindicinale cartaceo. I dirigenti di viale Trastevere non hanno di certo svelato tutti gli enigmi che avvolgono ancoral’avvio dei Tfa abilitanti. E ciò non può fare piacere, perché ormai siamo a meno di due mesi dalla pubblicazione del bando di concorso per accedere ai corsi a numero chiuso.
Rimane un mistero, ad esempio, il motivo che ha portato il Miur a far lievitare la percentuale di atenei privati cui sono stati affidati i corsi. Come ancora non si è capito se i corsisti dei Tfa potranno poi accedere al maxi-concorso annunciato più volte dal Ministro.
In compenso, durante un incontro tenuto con i sindacati, sono stati per la prima volta in grado di dare alcune importanti indicazioni. Si è finalmente compreso, per cominciare, che l’assenza di diverse classi di concorso nell’elenco ufficiale dei corsi che verranno attivati dipende dal fatto che in quelle discipline si prevede una perdurante situazione di esubero a livello nazionale. Il Miur ha anche ammesso che non è stato possibile attivare i tirocini formativi per tutte le materie artistiche e musicali riguardanti l’Afam: slitteranno di un anno scolastico. Pure l’avvio della laurea magistrale per l’insegnamento nella scuola secondaria di I grado sarà attivata solo a partire dal 2012/2013. Non sono certo due belle notizie. Ma se le cose stanno così perché si è voluto per così tanto tempo lasciare nel dubbio i tanti candidati ad abilitarsi in queste discipline? Dubbi, peraltro, che rimangono tutti in piedi per le tante migliaia di docenti diplomati della scuola materna ed elementare che non hanno potuto partecipare ai concorsi negli ultimi 13 anni.
Come non è stato risposto ancora agli interrogativi sulle modalità di svolgimento delle prove e sull’accesso agli ambiti Tfa. Per quanto riguarda i docenti con almeno 360 giorni di servizio, il ministro Profumo sarebbe intenzionato a chiedere una deroga per la loro accettazione all’interno dei corsi (attraverso un emendamento al decreto semplificazioni in discussione al Senato). Niente deroghe, poi, per chi non riuscirà ad acquisire titoli, esami o crediti oltre la data di scadenza del bando di selezione per accedere ai Tfa.
Brutte notizie per chi sperava in una veloce pubblicazione delle nuove classi di concorso: infatti, dal Ministero hanno ammesso che l’iter, a tre anni e mezzo dall’approvazione in "prima lettura" da parte del Consiglio dei Ministri della prima bozza di ridefinizione delle nuove tabelle che riformulano le discipline d’insegnamento, è ancora “abbastanza lungo”. Viene da sé che i Tfa si svolgeranno in riferimento alle classi di concorso oggi in vigore. A livello di scuola superiore, quindi, i docenti interessati dovranno scegliere l’abilitazione più “spendibile” ragionando sulle attuali tabelle di confluenza e soprattutto sui nuovo programmi curricolari stabiliti dal Miur. In generale, quindi, su diversi punti siamo ancora in alto mare. Qualche indicazione comincia a giungere sui costi per la frequenza dei Tfa: Viale Trastevere ha spiegato, a proposito di un’altra nostra specifica domanda, che le rette verranno definite a livello nazionale. Ed i singoli atenei dovranno attenersi ai “tetti” stabiliti.
Sempre per la prima volta, il Ministero ha infine indicato le probabili date di svolgimento delle prove di selezione: tra il 20 giugno ed il 20 luglio. Per docenti candidati che saranno impegnati come commissari nella maturità si prevedono notti insonni.