Oggi, 3 gennaio, alle 11:30, c’è stato un presidio davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito promosso dai docenti di sostegno precari per chiedere l’incremento dell’organico di diritto, la stabilizzazione dei docenti specializzati e per garantire formazione di qualità e continuità didattica attraverso le assunzioni.
Ad essere presente, come abbiamo scritto ieri, la Flc Cgil. Ad organizzare la manifestazione è il Comitato Docenti Sostegno, che tempo fa ha illustrato i motivi della protesta, uno dei quali è sicuramente la prossima organizzazione di percorsi di specializzazione sul sostegno da parte di Indire.
Come riporta Ansa, l’evento ha visto la partecipazione di migliaia di insegnanti provenienti da tutte le regioni italiane, nonché la presenza di figure istituzionali nel mondo della scuola ed è stato supportato anche dai sindacati Uil Scuola Rua e Gilda.
Alessio Golia, coordinatore nazionale del Cds, afferma: “la decisione del governo di avviare i corsi di specializzazione attraverso l’Istituto Indire, senza una pianificazione territoriale adeguata, rischia di aggravare ulteriormente la condizione di precarietà dei docenti di sostegno inseriti nelle graduatorie al Centro-Sud, in particolare in alcune aree già sature e caratterizzate da migliaia di docenti non occupati. Prima di procedere, è necessario avviare una seria programmazione su scala nazionale, che tenga conto delle esigenze territoriali e delle peculiarità dei diversi contesti. La situazione potrebbe diventare drammatica senza un cambio di rotta nell’implementazione dei prossimi decreti attuativi. Confidiamo nel buon senso del ministro Giuseppe Valditara e delle altre figure ministeriali”.
Replica il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato: “I corsi Indire 2025 sul sostegno sono di fatto una sperimentazione che, salvaguardando la qualità da garantire agli studenti con disabilità, punta a rendere meno onerosa sia in termini economici che di tempi la specializzazione sul sostegno di chi ha maturato adeguata esperienza specifica, esattamente come i Pas 2013 per l’abilitazione all’insegnamento. A chiederli sono i diretti interessati, che da tempo lamentano costi e tempi eccessivi per docenti che hanno già tre annualità di servizio sul sostegno”.
“Ovviamente – spiega Pittoni – vanno gestiti in modo da evitare assurde guerre tra poveri con chi ha concluso cicli Tfa sostegno precedenti o è impegnato nel nono. L’autonomia universitaria dà agli atenei un potere particolare che il Governo di turno fatica a gestire, col risultato che i corsi di specializzazione sul sostegno, come i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, sono attualmente in gran parte concentrati in alcune aree, totalmente scollegati dalle necessità del territorio. E non essendo in un sistema federale, sono impossibili interventi legislativi che non valgano per l’intero Paese. Da qui le difficoltà, su cui ora – conclude Pittoni – si è deciso di intervenire”.
“Vogliamo impedire l’avvio dei corsi Indire per come sono stati strutturati. Certo non vogliamo impedire che i docenti si specializzino, ma non a queste condizioni”, chiede un’insegnante presente al presidio, come riporta Lapresse, che pure sottolinea come “vogliamo condizionare la loro strutturazione e le decisioni” ad essi collegate.
Il rischio, per i docenti precari già risultati idonei ai precedenti concorsi, è vedersi scavalcati a seguito dell’avvio dei corsi Indire: “Abbiamo svolto un concorso e lo abbiamo superato. Il problema è che il ministero non ha voluto fare la graduatoria. Tutti quelli che hanno svolto il concorso sono fantasmi”.
“Quello di sostegno è un insegnamento troppo delicato per poter prescindere dalla sua qualità: le ragioni delle iniziative organizzate oggi in tutta Italia dal Comitato docenti di sostegno sono del tutto condivisibili”, queste le parole, riportate da Ansa, di Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che ha partecipato oggi al sit-in di Palermo davanti all’Ufficio Scolastico Regionale.
“Nella selezione degli insegnanti di sostegno dobbiamo guardare unicamente alle necessità dei ragazzi con disabilità e dei loro genitori. Per questo, bisogna lavorare sempre più nella direzione di specializzare il sostegno, evitando percorsi di formazione che si limitano a un’infarinatura con l’effetto di risultare inutili”, ha concluso.
Tfa Indire nel mirino
Il Comitato Docenti di Sostegno ha emesso un comunicato, dal quale si evince che i corsi affidati all’Indire rischiano di “svilire la qualità dell’inclusione in Italia, danneggiando gli studenti con disabilità e gli studenti tutti”, perché si tratterebbe “di corsi di specializzazione per le attività di sostegno dimezzati, senza prove preselettive, senza laboratori, tirocini né esami, erogati non più in presenza dalle Università accreditate ma on line dall’Istituto Indire”.
“Riteniamo – scrivono ancora – che la decisione di diminuire la durata e di abbassare la qualità dei corsi di specializzazione metta in serio rischio la qualità della formazione dei docenti specializzati per le attività di sostegno, e di conseguenza ne risenta la qualità dell’istruzione dei nostri alunni, a partire dagli studenti con bisogni educativi speciali.
Noi docenti che abbiamo scelto di intraprendere il percorso regolare per la specializzazione della durata di otto mesi, in presenza, superando tre prove preselettive, con laboratori, tirocini, esami in itinere ed esame finale, non dobbiamo essere danneggiati”.
I docenti contestatori del piano ricordano che “il Ministro ha recentemente dichiarato di voler immettere in ruolo coloro i quali seguiranno questi brevi corsi mentre noi, più numerosi e meglio preparati, resteremmo destinati alla precarietà”.
Tfa Indire, quando saranno attivati i percorsi?
Come abbiamo scritto più volte il decreto scuola, il Dl 71/2024 prevede, in alcuni articoli, l’attivazione di alcuni percorsi per conseguire la specializzazione sul sostegno “alternativi” rispetto al Tirocinio Formativo Attivo, il Tfa, erogato dalle Università ogni anno.
I percorsi che saranno attivati sono due: uno dedicato a chi ha anni di servizio sul sostegno e un altro dedicato a chi è in possesso di titoli esteri.
Per far fronte alla necessità di docenti di sostegno, fino al 31 dicembre 2025, la specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità può essere ottenuta attraverso percorsi formativi dell’INDIRE, oltre che tramite le università.
Tfa Indire, quanti crediti?
I percorsi prevedono il conseguimento di almeno 30 crediti formativi. Le università possono attivare autonomamente o in collaborazione con l’INDIRE.
Tfa Indire per chi ha svolto servizio sul sostegno, chi può partecipare?
Possono partecipare ai percorsi coloro che hanno prestato servizio su posto di sostegno per almeno tre anni scolastici (anche non continuativi) nei cinque anni precedenti, sia in scuole statali che paritarie.
Tfa Indire titoli esteri, chi può partecipare?
In sede di prima applicazione, potranno partecipare ai percorsi coloro che hanno conseguito una qualifica professionale o un titolo di formazione presso un’università estera o altro organismo abilitato all’interno dell’Unione Europea, e che hanno un procedimento di riconoscimento pendente del titolo di formazione o hanno aperto un contenzioso amministrativo per mancata conclusione, entro i termini di legge, del procedimento. Ci si potrà iscrivere se si presenta rinuncia ad ogni istanza di riconoscimento sul sostegno.
Tfa Indire, cosa si sa finora
Un decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, insieme al Ministro dell’università e della ricerca, definirà:
- I criteri di ammissibilità dei titoli esteri.
- I contenuti formativi dei percorsi.
- Le modalità di attivazione dei percorsi.
- I costi massimi.
- Le modalità e i termini di presentazione delle domande.
- L’esame finale e la composizione della commissione esaminatrice, con un rappresentante designato dall’Ufficio scolastico regionale.