Tfa, la soluzione “buonista” del Miur non piace: in tanti si dicono danneggiati

La soluzione lampo di manica larga, adottata dal ministero dell’Istruzione per chiudere in fretta la coda di polemiche venutesi creare a seguito della “strage” di candidati ai Tfa normali, non sembra aver sortito gli effetti sperati. A 48 ore dalla pubblicazione delle nuove graduatorie, frutto dell’abbuono di un alta percentuale di domande (dubbie, mal fatte, con refusi, sbagliate, ecc.) individuate dalle 48 commissione di docenti universitari incaricate dal Miur, una per ogni classi di concorso per la quale si sono istituiti i corsi, assistiamo ad un fiorire di proteste e di critiche. Formulate dai diretti interessati alla selezione. Molti di loro ci hanno espresso la loro amarezza scrivendoci.
Ed è lunga la lista delle motivazioni che li fanno sentire danneggiati. Tra le più frequenti lamentele c’è quella di aver troppo allargato le maglie dei “promossi”. A tal proposito, c’è chi parla di decisioni “a discapito dei giovani” a seguito dell’abbuono di “decine di domande e promuovendo agli scritti numerose insufficienze. Come può passare una cosa del genere?”.
Un “gruppo di aspiranti insegnanti che hanno superato la prova preliminare Tfa in prima battuta” ritiene che a seguito della decisione di rendere corrette tante domande, “si sono visti ingiustamente scavalcare nella graduatoria dei punteggi da altri candidati, i quali, pur avendo ottenuto un punteggio reale di risposte corrette inferiore, ora sono risaliti in graduatoria grazie a un ingiustificato e gratuito abbuono di domande. Siamo indignati – denunciano – di fronte a questo trattamento iniquo che mette sullo stesso piano la preparazione e la mancanza di preparazione, il merito e la buona sorte”. Per questi motivi si ritengono “danneggiati in primo luogo per la palese mancanza di serietà, la superficialità, il pressapochismo e la vergognosa negligenza con cui sono stati redatti i test, e in secondo luogo per il fatto che ora i sottoscritti si troveranno a competere nelle seguenti prove con un numero di candidati che per molte classi di concorso e università è addirittura decuplicato.”
Altri sostengono che “con le rettifiche della commissione si premiano gli ignoranti: chi ha saputo rispondere alle domande viene paragonato a uno strano essere che ha rubato ai più!”.
Secondo diversi aspiranti docenti il problema è che si è esagerato, rendendo di punto in bianco corretti anche più di 20 quesiti. Come nel caso dei corsi abilitanti per la A036, che senza l’intervento del 10 agosto non sarebbero mai partiti in ben otto atenei. Ed in altri più di dieci avrebbero al massimo due corsisti. Secondo un gruppo di candidati si è trattato “di un regalo a chi aveva risposto scorrettamente a domande a cui si poteva rispondere correttamente! Il risultato è uno stravolgimento del diritto”. Altri candidati ritengono però che questa soluzione “rimpingua le casse universitarie e vorrebbe donare credibilità ai professori (che altrimenti si potevano sentire responsabili dell’ignoranza dei loro laureati). Se il Ministro non si pronuncia passerà alla storia come il peggiore della nostra Repubblica”.
Una lettrice “nauseata e stremata” non fa certo giri di parole per esprimere il suo “sdegno più totale per il criterio di correzione delle domande dei test per accedere al TFA. Parlo della classe di concorso 345 ( inglese ) dove si ritengono buone la 19 e la 20 ( l’ inversione si deve sapere ), la 45 viene considerata nozionistica e non la 10? Vogliamo poi parlare della 54, facilissima, e della 57? E poi come si fa a dar buone 25 domande su 60 per francese? La risposta è semplice, non avevano potenziali iscritti in ben 8 università”.
C’è anche chi scrive a noi e al Miur per dire che di aver appreso con “grandissimo compiacimento, il comunicato del MIUR in cui venivano considerate corrette tutte le risposte date a varie domande della mia classe di concorso A060, compreso quelle da me segnalateVi”. Ed invia “sinceri apprezzamenti per il sollecito lavoro”.
Ma si tratta di generi di commenti in minoranza. La gran parte sono di ben altro tenore: dicono di sentirsi presi “in giro da questa decisione”, si sentono “danneggiati in quanto le selezioni per l’accesso al TFA sono a numero chiuso, e così facendo” ora rischiano “di ottenere un punteggio inferiore e magari non sufficiente rispetto ad altri candidati meno meritevoli”. Per questo, qualora non dovessero essere ammessi ai corsi, si riservano di “ricorrere contro questa decisione per vie legali”. Un rischio, quello del ricorso di massa, che per come si erano messe le cose il Miur avrebbe corso in ogni caso: anche non intervenendo. Almeno, però, in questo modo (inserendo i bonus) molti Tfa potranno essere avviati. Una differenza non da poco. Soprattutto per i candidati ripescati. E le università, sino a due giorni fa rimaste orfane di iscritti prima ancora di partire.
Alessandro Giuliani

Condividi
Pubblicato da
Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Mense scolastiche, boom di richieste di menu vegetariani o vegani Milano. Selvaggia Lucarelli: “Le belle notizie”

Come riporta La Repubblica, che ha attenzionato il caso di Milano, sono sempre di più…

23/12/2024

Anna Pepe “manda quel paese” una sua docente durante un’intervista: “Guarda dove sono adesso, prof”

Sono molti i vip che spesso si abbandonano a ricordi della scuola e dei loro…

23/12/2024

Maturità, tornano sui banchi dopo decenni per fare la traduzione di latino o greco: il liceo Galileo fa bis

Torna Rimaturità, la ‘prova d’esame’ per gli ex studenti del Liceo Classico Galileo di Firenze:…

23/12/2024

Precari Scuola, per la NASpI necessario comunicare entro il 31 gennaio il reddito presunto riferito al 2025

Dal mese di dicembre 2024, l’INPS, tramite la “Piattaforma di Proattività”, ha avviato una campagna…

23/12/2024

Linee guida Educazione Civica, docente scrive Valditara: “Farò l’opposto”. Usr Lazio prende le distanze: “Lettura distorta”

Hanno fatto discutere molto le parole di un docente di un liceo di Roma, scritte…

23/12/2024

Certificati medici per giustificare l’assenza dal lavoro, non devono contenere dati sulla salute: provvedimento del Garante privacy

Le certificazioni che attestano la presenza in ospedale, necessarie per giustificare un’assenza dal lavoro o…

23/12/2024