“È un tirocinio formativo attivo per ricchi quello erogato dalle università siciliane ai candidati che intendono diventare docenti di sostegno. Nell’Isola, infatti, il suo costo, di circa 3.700 euro, è nettamente superiore a quello di tante altre università del Paese. Basti pensare che a Firenze costa 2.500, mentre a Genova o Bari 2.800”. Lo dicono in una nota congiunta Adriano Rizza e Fabio Cirino, rispettivamente segretari della Flc Cgil Sicilia e della Flc Cgil Palermo.
Lo avevamo anche evidenziato noi in una notizia del 14 giugno, comparando sia i contributi per la preselettiva, sia le tasse di iscrizione al percorso. Peggio della Sicilia, solo l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la cui iscrizione costa ben 4.100 euro.
“Non avendo livelli essenziali delle prestazioni uguali all’interno del Paese – continuano i sindacalisti – e avendo anzi condizioni oggettive differenti, ci troviamo di fatto in un sistema di autonomia differenziata di fatto. I siciliani sono costretti a pagare di più, ben oltre due mensilità per chi lavora, figuriamoci per chi è disoccupato”.
“Non ci piacciono i piagnistei e non chiediamo certo di pagare di meno – continuano Rizza e Cirino – ma certamente non pagare di più come già avviene, per esempio, per i costi legati al trasporto aereo e non solo. Occorrerebbero tariffe certe, calmierate e uniformi in tutto il paese, invece si assiste a queste disparità alle quali non vogliamo abituarci”.
“Non comprendiamo ma soprattutto non possiamo accettare le cause di tali differenze – concludono – ed anche se è vero che tali cifre derivano da un accordo sottoscritto nel 2015 in sede Crus lo riteniamo iniquo e da modificare”.
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