Per gli insegnanti laureati in Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, il corso di specializzazione al sostegno didattico rappresenta, in alcuni casi, un approfondimento e, in molti altri, una mera ripetizione di esami già sostenuti.
Subiranno l’ennesima preselezione, effettueranno l’ennesimo pagamento per poterla sostenere e si caricheranno, superate tutte le prove, di un costo proibitivo.
Si parla di docenti precari, che saranno licenziati, nel migliore dei casi, il 30 giugno di ogni anno. In alcune università, il costo raggiunge anche i 4000 euro per conseguire 60 CFU. Nessuna agevolazione in base al reddito, nessuna borsa di studio. Si deve contare e gravare sulle famiglie d’origine, ancora una volta.
Ancora una volta, selezioni su selezioni per un posto di lavoro, la cui remunerazione è al di sotto, e di gran lunga, degli standard europei, perché con lo stipendio o si mangia e si paga l’affitto o si studia. In un Paese democratico, la cultura non dovrebbe essere un lusso riservato a pochi.
Non si può essere continuamente selezionati, mentre il Governo indice un concorso non selettivo per l’immissione in ruolo di un’altra categoria di abilitati con il solo diploma, per lo stesso grado di istruzione, per lo stesso posto di lavoro.
Inoltre, i contingenti messi a bando nei tfa sono inferiori al fabbisogno reale, quindi, un altro anno di studio, di tirocinio non retribuito, di esami, di tesi, di soldi per vedere le cattedre assegnate nuovamente a personale non specializzato.
A farne le spese saranno i bambini e le bambine con bisogni educativi speciali e le loro rispettive famiglie.
Lo studio non è più formazione e crescita culturale, ma sta diventando per i laureati una vera e propria tirannia, una corsa contro il tempo per dimostrare di meritare una cattedra e le loro famiglie sono ormai scambiate per degli istituti di credito!
Una politica siffatta non migliora la scuola, né in qualità né in quantità degli insegnanti.
Negli anni, la laurea in Scienze della Formazione Primaria ha perso non solo il diritto di accedere alle GAE, ma anche l’accesso diretto e il semestre aggiuntivo per la specializzazione al sostegno didattico. Pare che i laureati non fossero abbastanza formati in tema di inclusione, integrazione, disabilità.
Non sono preparati abbastanza, ma il loro piano di studi prevede, tra i 36 esami da sostenere, circa 40 CFU in didattica speciale. Non servono a nulla.
Perché sostenerli, se non valgono? Perché risostenerli, visto che non è possibile inoltrare una valutazione dei settori scientifico-disciplinari?
In ogni percorso accademico, esiste la formula del riconoscimento dei crediti. Perchè non è applicata nel TFA sostegno?
Semplice: perché non si possono chiedere 4000 euro per sostenere solo altri 20 CFU! È meglio scriverlo nero su bianco “fatta eccezione dei casi art. 3 D.M. 8 Febbraio 2019 n. 92” .
È meglio non far capire all’opinione pubblica che la corsa non è più a ostacoli per il merito, ma a suon di transizioni bancarie.
Questa non è qualità didattica, è marketing.
Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento
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