Il caso relativo alle abilitazioni all’insegnamento conseguite in Romania è finito a Striscia La Notizia. Il noto tg satirico di Antonio Ricci ha prodotto un servizio, confezionato dall’inviato Luca Abete, a proposito delle abilitazioni rumene, svolgendo un’inchiesta su un centro di formazione che consente di conseguire il TFA sostegno, convalidarlo in Italia e avanzare in graduatoria andata in onda ieri sera, 2 gennaio.
Il programma ha analizzato il modus operandi di un centro di formazione che pubblicizza una soluzione “facile” per abilitarsi all’insegnamento. Un’inviata di Striscia, facendo finta di essere interessata alla proposta, si è presentata in sede e ha chiesto come funziona il tutto.
A quanto pare il procedimento per ottenere il Tfa con il supporto del suddetto centro è abbastanza semplice: per farlo occorre dapprima essere ammessi superando un test, inviato via mail un giorno prima, da compilare in rumeno, e poi una prova orale, che consiste in una breve presentazione di sé stessi, sempre in lingua rumena. La stessa responsabile del centro ha minimizzato l’impegno necessario per fare tutto ciò: “Basta Google Traduttore“, ha affermato.
Come conseguire poi l’abilitazione rumena? Superando 7 o 11 esami scritti, a seconda dell’università, con tracce fornite in anticipo, sempre in lingua rumena. Ma c’è dell’altro. La responsabile ha fatto anche intendere che, in caso di difficoltà, il centro è disposto ad aiutare il candidato. Il costo del percorso? Circa 7500 euro. E per la convalida in Italia? A quanto pare il centro si serve di un processo collaudato di convalida da parte del Tar.
Di recente, proprio sulle abilitazioni rumene, si è pronunciata l’Adunanza plenaria stabilendo che se il titolo di cui si discute consente l’insegnamento in Romania, non vi sarebbe ragione per ritenerlo non riconoscibile in Italia da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Sono numerosissimi i docenti che hanno conseguito in Romania il titolo di abilitazione all’insegnamento o di specializzazione su sostegno e sono in attesa del riconoscimento da parte del Ministero dell’Istruzione o, in seguito al diniego già espresso, hanno pendente un giudizio innanzi al Giudice amministrativo.
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