“Ci sono post che non vorrei mai scrivere… perché al loro fondo c’è la necessità di ristabilire la realtà dei fatti di fronte alla diffusione di “non notizie” puramente ansiogene, alla cui origine non si sa mai quale comportamento umano mettere. Detto chiaro e tondo, la “non notizia” secondo cui il prossimo ciclo di specializzazione sul SOS sarebbe l’ultimo è TOTALMENTE destituita del sia pur minimo fondamento. E mi piacerebbe davvero sapere da dove sia nata“.
A scriverlo è Max Bruschi, Dirigente tecnico del Ministero e docente di legislazione scolastica, che con un post su Facebook risponde a chi avrebbe diffuso questa notizia riguardante l’VIII ciclo del cd. TFA sostegno.
“La realtà è un’altra. – continua Bruschi – Nel corso degli anni, il percorso di specializzazione sul SOS (erroneamente noto come “TFA sostegno”) ha avuto la fortuna di “istituzionalizzarsi” progressivamente: dopo una prima “pausa”, è bandito di anno in anno, con regolarità; ha acquisito tempi di avvio ed espletamento sostanzialmente coincidenti con l’anno scolastico e con tempistiche compatibili con le operazioni che riguardano il personale docente (mobilità, aggiornamento/costituzione delle graduatorie, concorsi); vanta un syllabus nazionale sostanzialmente in linea con le competenze richieste […]; si avvale infine, dal 2020, di una “programmazione triennale” dei numeri, concertata con MEF e FP, che consente una certa fluidità nelle procedure, visto che non è più necessario, di anno in anno, una estenuante riconcorsa ai “pareri”: una volta partito il IX ciclo, occorre solo che il MIM avvii le procedure per la programmazione per il triennio successivo”.
Con riferimento alla programmazione, Bruschi precisa: “Il MIM stabilisce, assieme a MEF e FP, il fabbisogno complessivo, diviso per gradi e regioni. Lo trasmette al MUR, che attiva “l’offerta delle Università”. In sostanza, ogni Ateneo dichiara quanti corsisti può accogliere, divisi per i gradi. Ora, siccome il titolo di specializzazione è nazionale, nel momento in cui, poniamo, nella regione X ho esigenze per 1000 posti, ma offerte dagli Atenei per 600, i residui vanno tassativamente distribuiti presso gli Atenei che dichiarano una offerta formativa superiore alle necessità territoriali. E non c’è nulla da fare: perché in caso di diniego, si aprirebbe la strada a contenziosi sicuramente perdenti, come già successo in passato“.
Ricordiamo che al momento si sta svolgendo il VII ciclo, con conclusione prevista per giugno 2023. In merito all’VIII ciclo, siamo in attesa dell’uscita del bando.
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