Il presidente di Adesso Scuola ritiene il Decreto TFA sostegno VIII ciclo del tutto iniquo, inadeguato, falso e ignora in modo spudorato le attese dei tanti precari. Questo governo che in campagna elettorale si era fatto promotore di tutelare i precari viene meno a tutti i suoi gli impegni assunti. Veniamo ai fatti:
al comma 19 del nuovo decreto PA (pubblicato in gazzetta ufficiale il 22/04/2023) si era chiarito: ‘Al comma 2 dell’articolo 18 -bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, le parole: «dell’abilitazione all’insegnamento e» sono soppresse’. In pratica si era chiarito, che il possesso delle tre annualità di servizio, negli ultimi 5 anni, su posto di sostegno dava la possibilità di accedere direttamente ai corsi di specializzazione sul sostegno. L’accesso diretto poteva avvenire nei limiti della riserva di posti da definire con Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Questo quanto dichiarato e definito dalle dichiarazioni di tanti addetti ai lavori, erano le legittime aspettative di tanti precari, che da anni lavorano sul sostegno senza titolo.
Il Decreto TFA sostegno VIII ciclo non solo non ha garantito accesso diretto a coloro che hanno i tre anni di servizio negli ultimi 5, anzi, la normativa attuale è anche peggiorativa rispetto alla precedente regolata dal DL n. 22/2020, convertito in legge n. 41/2020, che evidenziava:
Ai fini dell’accesso ai percorsi per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249, in riconoscimento dell’esperienza specifica maturata, a decorrere dal V ciclo i soggetti che nei dieci anni scolastici precedenti hanno svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, valutabili come tali ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124, sullo specifico posto di sostegno del grado cui si riferisce la procedura, accedono direttamente alle prove scritte.”
Quindi, per superare la prova preselettiva bastavano avere 3 anni negli ultimi 10, oggi con il nuovo decreto TFA Sostegno VIII ciclo occorrono 3 anni negli ultimi 5. Tra l’altro, non viene chiarito se i tre anni devono essere prestati sullo stesso grado o possono essere anche prestati su gradi diversi per poter accedere alla prova scritta superando la preselettiva, avendone il titolo su gli atri gradi d’istruzione.
Inoltre, per i neo-laureati, che non hanno conseguito i 24 cfu entro il 31/10/2022, non viene specificato per quale ragione non possono partecipare all’VIII ciclo del TFA di sostegno. Alla eliminazione dei 24 CFU, doveva seguire, secondo la riforma Bianchi, il nuovo percorso dei 60 cfu o dei 30 cfu, i cui decreti attuativi non sono mai stati emanati.
Le inadempienze di questi governi che si sono succeduti non possono essere sempre pagate dai più deboli, ci domandiamo perché tanti docenti sono impossibilitati a partecipare a questo VIII ciclo? In queste condizioni i docenti ITP potranno partecipare senza i 24 CFU e i docenti Laureati no, a noi sembra che ci sia una disparità di trattamento.
Un’ultima contrarietà riguarda il numero insufficiente di posti che verranno messi a bando: come sindacato abbiamo sempre reclamato e continuiamo a chiedere un aumento considerevole di accessi ai corsi in base alle esigenze di ogni provincia. In Italia è sempre esistito un potere occulto delle Università, dove ognuna si gestisce a proprio piacimento senza rispettare nessuna regola e nessuna direttiva, nonostante abbiamo due Ministeri, MIM- MUR!!!! I posti di sostegno da autorizzare dovevano essere complessivamente 90 mila entro il prossimo anno rispetto ai 54 mila attivati in questo biennio. Vale la pena ricordare che al Nord Italia si specializzeranno nel sostegno, al termine di questo ciclo formativo, non più 4 0 5 mila insegnanti. È assurdo, se pensiamo che i tre quarti dei posti di sostegno (90.000) non occupati da personale specializzato sono concentrati nelle regioni settentrionali.
Adesso Scuola non sarà un osservatore passivo: a breve, impugnerà il decreto che va contro gli effettivi fabbisogni territoriali, oltre a ignorare l’accesso diretto ai corsi dei precari con più di 36 mesi di servizio.
Il sindacato tutelerà tutti coloro che ne hanno diritto, che saranno esclusi dalla selezione e dalla partecipazione al corso di specializzazione; è necessario aumentare il numero dei posti e fare in modo che in cattedra ci siano docenti specializzati per i nostri alunni in tutte le scuole, ascoltando le esigenze dei più fragili.
Giacomo Vitale
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