Uno scorcio del presidio del 16 luglio '24
Nella mattina di martedì 16 luglio, mentre a Montecitorio si discuteva il Decreto Legge 71 del 31 maggio 2024, a Piazza dei S.S. Apostoli a Roma, si è svolto il presidio organizzato dal “Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati”.
I precari della scuola si sono riuniti per denunciare quelle che definiscono le “assurdità” di un decreto che minerebbe il futuro della scuola e l’inclusione per migliaia di studenti.
Il Decreto 71, in vigore dal 1° giugno 2024, dimezza i crediti necessari per la specializzazione degli insegnanti di sostegno, facendoli passare da 60 a 30. Questo cambiamento è visto come un rischio per la qualità dell’insegnamento e dell’assistenza agli studenti con disabilità, potenzialmente aggravando le difficoltà di inclusione scolastica. I nuovi TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ridotti non prevedono prove di ingresso e sono erogati online, risultando in una formazione teorica e pratica ritenuta insufficiente dai manifestanti.
Il presidio è stato supportato da forze politiche dell’opposizione, associazioni del settore e sindacati di base. Tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza di questa battaglia non solo contro il decreto, ma per il futuro dell’intero comparto scolastico, considerato un asse portante del Paese. La chiusura al confronto del governo, accusato di procedere con scelte poco democratiche, sta compattando un fronte di opposizione che coinvolge partiti, sindacati di base, associazioni di settore, docenti precari e non, il mondo della formazione, accademici e famiglie.
Numerosi parlamentari ed esponendti dei sindacati di base – fa sapere il Collettivo – hanno partecipato all’assemblea che ha chiesto loro di lavorare per una mobilitazione ampia e unitaria, che potrebbe includere anche un referendum sulla scuola in autunno.
Le richieste principali del Collettivo al Ministero includono:
I manifestanti hanno fatto appello alle famiglie, chiedendo il loro supporto per garantire un’istruzione di qualità e un’inclusione adeguata per tutti gli alunni. È stato richiesto di unirsi per far sentire la loro voce contro queste riforme considerate dannose.
I prossimi passi del movimento includono un’assemblea nazionale online il 30 luglio per mantenere alta l’attenzione sul problema e una mobilitazione in tutta Italia prevista per settembre.
“Insieme possiamo fare la differenza!” è stato lo slogan condiviso dai partecipanti, sottolineando l’importanza dell’unità e della mobilitazione collettiva per il futuro della scuola italiana.
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