Tfa speciali e nuove classi di concorso, ad introdurli sarà il nuovo Ministro
Ancora una riunione interlocutoria tra amministrazione e sindacati. Nel corso dell’incontro tenuto al Miur, le organizzazioni dei lavoratori hanno preso atto, dal capo dipartimento Lucrezia Stellacci e dal direttore generale Luciano Chiappetta, come anticipato dalla Tecnica della Scuola, che le modifiche al reclutamento, necessarie per introdurre i cosiddetti Tfa speciali, sono state inviate al ministero dell’Economia e alla Funzione Pubblica. Che dovranno esprimere il previsto parere di merito. Solo dopo aver completato questo iter, il testo sarà sottoposto al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva. E solo dopo quest’ultimo atto, il ministro (che non sarà più Francesco Profumo) firmerà il decreto finale. L’unica modifica su cui i dirigenti si sono detti disponibili rimane, al momento, quella di aprire l’accesso ai corsi abilitanti (non utili comunque ad entrare nelle GaE) ai docenti già abilitati in altra classe di concorso. Niente da fare, invece, per coloro che intendevano accedere ai Tfa speciali attraverso solamente 360 giorni di servizio a partire dal 1999/2000 allo scorso anno scolastico (quello in corso non sembrerebbe valido). In ogni caso, i corsi prenderanno il via non prima di maggio.
Per quanto riguarda i Tfa ordinari, in corso, il Miur si è impegnato ad emanare una nota di chiarimento su tutte le questioni relative all’organizzazione. L’intenzione manifestata dai vertici del Miur rimane quella di chiedere i corsi entro l’anno scolastico in corso.
Nessuna novità nemmeno sul fronte del regolamento riguardante le nuove classi di concorso, utili a governare comunque solo il nuovo reclutamento. I sindacati, che hanno ottenuto da tempo l’esclusione del regolamento ai fini della mobilità, degli organici e delle GaE, hanno espresso delle incongruenze su alcune delle nuove discipline. Ma soprattutto l’esigenza, visto che è caduta l’urgenza del provvedimento, di posticipare l’approvazione del testo (con relativi allegati) a dopo le elezioni. E il Miur non è sembrato in disaccordo.