Le lunghe tempistiche della liquidazione del TFR e TFS per i dipendenti pubblici continuano a rappresentare un grande problema.
Dopo la cessazione del rapporto di lavoro, infatti, il TFR non è subito corrisposto, ma passano in media almeno due anni. In molti casi si arriva anche a sette anni di ritardo in caso di pensione anticipata, per di più a rate quando l’importo supera i 50.000 euro.
Criticità questa segnalata ormai da diverso tempo, tanto che c’è stata anche una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 130/2023, che ha stabilito che il trattamento di fine servizio deve essere assegnato anche ai dipendenti statali immediatamente dopo la fine della loro carriera lavorativa.
Sentenza finora disattesa, tanto che qualche giorno fa le sigle sindacali delle Confederazioni CGIL, UIL, CGS, CSE, COSMED, CIDA, CODIRP hanno lanciato una petizione: NO AL SEQUESTRO DELLA LIQUIDAZIONE DEI DIPENDENTI PUBBLICI (TFS-TFR)!
Con la petizione si chiede al Governo e al Parlamento di cancellare il differimento del TFS dei dipendenti pubblici.
Questo il testo della petizione:
Da più di 10 anni la liquidazione di TFR TFS dei dipendenti pubblici nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale è ingiustamente erogata con modalità differita e rateale con un ritardo che può arrivare anche fino a sette anni.
In tal modo i dipendenti pubblici sono discriminati rispetto ai dipendenti privati. Più volte la Corte Costituzionale ha sollecitato il legislatore a porre rimedio a questa ingiustizia sociale. Particolarmente intollerabile il sequestro della liquidazione per quanti hanno raggiunto la pensione di vecchiaia o il limite ordinamentale per la permanenza al lavoro, specialmente in un periodo di alta inflazione che erode in maniera importante la sua consistenza, aggiungendo danno al danno. Numerosi disegni di legge presentati in questi anni da tutte le forze politiche non hanno avuto esito.
È giunto il momento di porre fine a questo sequestro per i dipendenti pubblici per restituire il maltolto, per un minimo di civiltà giuridica ed equità.
Pertanto le sigle sindacali delle Confederazioni CGIL, UIL, CGS, CSE, COSMED, CIDA, CODIRP ritengono che sia necessaria una decisa mobilitazione.
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