È proprio il caso di dire: tanto rumore per nulla. Pur avendo i sondaggi una rilevanza poco scientifica, sembrerebbe che due italiani su tre non abbiano alcun motivo di vedersi anticipato il Trattamento di fine rapporto in busta paga, così come vorrebbe fare il Governo attraverso la Legge di Stabilità.
Quella che a detta del premier Renzi si sarebbe dovuta rivelare una mossa per portare soldi veri (anche se già propri) nei conto correnti dei lavoratori italiani sarebbe una mossa quasi snobbata.
In base ad una ricerca condotta da SWG su un campione rappresentativo della popolazione italiana in merito alle scelte finanziarie delle famiglie, commissionata dal gruppo assicurativo Genworth, la a maggior parte dei lavoratori privati italiani (67%) non sarebbe intenzionato a scegliere di ricevere il Tfr in busta paga. Il 45% di quelli (17%) che invece sono intenzionati a chiederlo, preferiscono risparmiarlo per future necessità, mentre il 21% pensa di spenderlo per affrontare le spese correnti.
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La tendenza che emerge dal sondaggio è quella di pensare alle necessità immediate o a mettere da parte il denaro a scapito di investimenti e protezione, a fronte di una situazione economica ancora instabile. La media dei risparmi che gli italiani attingono ogni mese per compensare la diminuzione dei redditi, spiegano sempre i sindaggisti, è infatti passata da 189 euro del 2013 a 177 del 2014 (erano 193 nel 2012).
Il dato sul disinteresse per il Ffr, comunque, sorprende non poco: percepirlo circa due anni dopo il pensionamento, quindi attorno ai 70 anni, per molti potrebbe rivelarsi un traguardo importante ma al limite dell’inutilità. Mentre vedersi assegnare ogni mesi una piccola porzione di stipendio in più non cambierebbe le cose, ma sicuramente darebbe una mano a vivere meglio la vita di tutti i giorni. Ma per due italiani su tre non è così: evidentemente, il gusto, benché tardivo, di vedersi corrispondere qualche decina di migliaia di euro tutti assieme è troppo forte. E per privarsene non vale la pena avere uno stipendio poco più grande.
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