Il nuovo sottosegretario, al posto di Reggi, che sovraintenderà alla scuola italiana sarà il responsabile scuola del Partito Democratico Davide Faraone, una specie di commissariamento del ministero per obbligarlo ad attenersi ai progetti renziani, che celano la volontà di praticare tagli e risparmi dietro la patina di maggiore investimenti.
Intanto il governo è messo alle strette dall’Europa e non sapendo dove trovare un miliardo di nuove entrate, inventa, con una certa genialità, il passaggio di una parte della liquidazione in busta paga. Tuttavia pochi sanno e pochi ricordano che così l’aliquota dell’IRPEF è molto più alta e di immediato prelievo. In media ai venti milioni di lavoratori italiani verranno corrisposti cento euro lordi, di cui la metà riassorbiti all’istante in tasse, per un totale appunto di un miliardo di nuove entrate per l’erario.
Insomma, più che un favore ai lavoratori, è una acrobazia contabile per contenere le pretese della Commissione Europea.
Il SISA ritiene sia tempo di diritti, non di giochi mimetici che nascondono un concreto impoverimento e una riduzione delle tutele, come la questione del nuovo diritto del lavoro dimostra con tutta evidenza.
Per queste e per molte altre ragioni, a partire dalla nostra volontà di costruire una scuola partecipata fondata sulle libertà di insegnamento e di apprendimento, le nostre bandiere sventoleranno il 10 ottobre nella giornata nazionale di mobilitazione studentesca e di sciopero dei sindacati di base.