Lo sforzo economico e finanziario, gli uomini e mezzi dispiegati negli ultimi cinque anni dal governo Inglese a favore della scuola, hanno dato frutti interessanti: oggi, secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia per l’Educazione, più del 90% dei docenti osservati nel corso delle numerose ispezioni effettuate tra aprile e dicembre 2003 possono essere considerati esperti in TIC, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. In chiaro, informatica e multimedialità applicate all’insegnamento delle varie discipline non hanno più segreti per i docenti inglesi e quasi tutte le scuole hanno un collegamento Internet ad alta velocità. Sempre secondo il rapporto, nel 77% dei casi osservati, l’uso delle nuove tecnologie da nuova linfa alle lezioni classiche, le rende più interessanti e gli alunni raggiungono più facilmente gli obiettivi previsti.
Prossimo traguardo, la generalizzazione del portfolio elettronico – già avviato a titolo sperimentale – che consentirà ai docenti, alle famiglie e agli stessi alunni, un accesso più agevole ai percorsi, lavori e competenze acquisite.
Tuttavia, una macchia – ancorché lieve e forse facile da eliminare – si intravede sullo splendido quadro: la diffusione di questo nuovo modo di lavorare non è velocissima ed è spesso legata alla voglia dei docenti di tuffarsi in questo mare di novità. Ciò fa sì – scrivono i redattori del rapporto – che ogni giorno si perdano molte occasioni e che tanti bei computer, scanner, telecamere e altri raffinatissimi strumenti restino chiusi e inutilizzati in asettici e vuoti laboratori.
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