Nell’autunno del 2018 i contenuti dell’app TikTok ,nata a Pechino nel 2016, hanno iniziato a diventare virali anche negli Stati Uniti e in Europa e a diffondersi al di fuori della piattaforma, accumulando milioni di visualizzazioni su Twitter e Instagram.
Un video di TikTok si riconosce subito: dura da 15 a 60 secondi e ha un sottofondo musicale, TikTok piace ai nostri giovani perché a differenza di altri social è “pulito”: non è ancora invaso dalla pubblicità o dalle fake news né dominato dagli influencer.
Permette una navigazione gradevole e un senso di community piuttosto forte. Piace perché ha il sistema di montaggio video-audio più intuitivo (e avanzato) al mondo. E infine trova apprezzamento perché per sua natura ospita video senza tempo (non legati all’attualità) e senza barriere linguistiche (non legati alle parole).
Secondo molti esperti, il successo di questa app deriva dalla scomparsa dell’“ansia di apparire cool”.
A differenza di Instagram, per sua natura TikTok ti obbliga a svestirti di ogni sovrastruttura e apparire in un modo positivamente imbarazzante (“cringe”, è l’aggettivo più usato in America): mentre balli, mentre canti in modo stonato, mentre fai smorfie improbabili. Ti fa divertire mentre ti riprendi e monti il tuo video, e cerca di far sì che tu non ti senta giudicato una volta che lo posti sulla piattaforma. Negli ultimi giorni però, è stato lanciato l’allarme sul pericolo che può rappresentare TikTok.
Il pericolo viene ad esempio da una nuova sfida detta “Bright Eye Challenge”: per partecipare, occorre mettere in un sacchetto di plastica candeggina, disinfettante per le mani e schiuma da barba.
In seguito, bisogna appoggiare il sacchetto pieno di questo mix pericoloso su un occhio a scelta: dopo pochi minuti, tolto l’impacco, si potrà notare che l’iride sarà diventato di un altro colore.
Una sfida pericolosissima e ovviamente il video di partenza è un fake: l’ideatore è uno studente universitario che ha eseguito un montaggio per dimostrare la riuscita dell’assurda sfida.
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