Sta facendo discutere la recente decisione della Commissione Europea di imporre un divieto dell’uso della famosa piattaforma TikTok ai propri dipendenti, relativo sia ai dispositivi aziendali che, addirittura, a quelli privati, valido dal 15 marzo. La motivazione? Si parla di rischi legati alla sicurezza nazionale.
Succederà qualcosa di simile per i dipendenti pubblici italiani? Forse sì. Ne ha discusso il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo a La Repubblica. Quest’ultimo ha spiegato che “il tema è sul tavolo” e che verrà presa presto una decisione in merito.
“Dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale. Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto. Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea”, ha spiegato.
Un eventuale divieto sarà valido anche per dirigenti, docenti e personale della scuola? Zangrillo, ministro della Pa, al momento parla dei suoi dipendenti, e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non si è espresso in questo senso. Ma se ci saranno evidenti rischi probabilmente non è escluso che i docenti, anch’essi dipendenti pubblici, saranno interessati da questo tipo di novità.
Nel frattempo sul tema è intervenuto il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini si è detto contrario ad un eventuale divieto: “Mettere il bavaglio a TikTok? A Bruxelles già ci stanno pensando. Controlli sì, ma sono perplesso e sono contrario ad ogni tipo di censura, in una società liberale prima di arrivare a ‘blocchi’ radicali bisogna riflettere bene”, ha detto proprio su TikTok.
Effettivamente molti membri della maggioranza o dell’opposizione, ormai, come tutti i personaggi pubblici usano la piattaforma cinese per comunicare. In caso di divieto dovranno anche loro, però, in quanto dipendenti statali disinstallare l’applicazione sui loro dispositivi.
Nel frattempo, come abbiamo discusso ieri, TikTok è entrato da tempo nelle scuole italiane, purtroppo con alcune conseguenze negative: sono moltissimi i video costruiti da studenti che circolano sulla piattaforma, video in cui spesso i docenti vengono insultati, derisi o comunque ripresi loro insaputa.
Molti docenti, influencer e non, comunque, usano TikTok anche per fare divulgazione: basta pensare a Vincenzo Schettini, il famoso volto de La Fisica che Ci Piace. La piattaforma cinese è anche luogo in cui nascono dibattiti interessanti che hanno che fare con la scuola: il caso più recente è quello della logopedista Dana Dell’Ariccia, famosa per i suoi video in cui mostra come lavora con i bambini, che qualche giorno fa ha attaccato duramente i docenti che rimproverano i bambini perché hanno difficoltà a leggere o scrivere.
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