Una notizia gravissima che ha gettato tutti nello sconforto: un tiktoker e cosplay bolognese di 23 anni, che si faceva chiamare Inquisitor Ghost sui social, si è tolto la vita in diretta, mentre migliaia di persone lo stavano seguendo, lo scorso 10 ottobre. Il suo profilo conta circa 300mila followers. A raccontarlo i principali media, come La Stampa.
Il motivo? Il giovane, a quanto pare, era preso di mira e vittima di episodi di cyberbullismo. In particolare, pare ricevesse minacce dopo essere stato accusato di pedofilia da una ragazzina. Il padre ha detto: “Mio figlio era un creatore molto originale, era un vero artista, ma l’invidia di queste inutili persone malvagie lo ha ucciso, hanno organizzato una storia falsa sul mio amato figlio, così delicato dentro e non poteva sopravvivere per essere così aggressivamente diffamato e l’unico modo che ha trovato per ‘proteggersi’ dal disonore e dimostrare la sua innocenza è stata la sua morte”.
Secondo quello che moltissime persone raccontano, il giovane bolognese avrebbe conosciuto online una ragazza e, dopo che lei le aveva detto che era maggiorenne, avevano cominciato a scambiarsi dei messaggi in chat. La ragazza, in realtà di anni ne aveva 17. E a quello che viene riferito da molti su TikTok, la minorenne avrebbe inviato le chat ad altri creator che le avrebbero diffuse, accusando il 23enne bolognese di “pedofilia”.
Telefonate di soccorso sono arrivate al 113, ai carabinieri e alla polizia locale da parte di chi stava guardando la diretta. Diverse persone hanno chiamato in Italia dall’estero per lanciare l’allarme. “Con i suoi amici vogliamo lanciare un fund raising per un’associazione contro il cyberbullismo. Vincent è morto di questo”, ha detto il papà a La Repubblica. “Ragazzi, state attenti a queste community vivete la vostra vita nella realtà, non posso credere che oggi sto seppellendo mio figlio. Lui che per me, il fratello e la sorellina era un cuore puro”, ha aggiunto, come riporta Open.
E’ stata approvata circa un mese fa dalla Camera dei Deputati la proposta di legge antibullismo derivante da disegni di legge presentati da diversi partiti sia di maggioranza sia di opposizione.
Adesso la proposta, che reca come prima firma quella del deputati Devis Dori di Verdi-Sinistra Italiana, passerà al Senato.
Spiega Dori: “Con questa proposta di legge, dedicata a Willy Monteiro Duarte, proprio in occasione del terzo anniversario (6 settembre 2020), quando venne ucciso con calci e pugni per aver difeso un amico durante una lite, si compie un ulteriore significativo passo in avanti rispetto alla normativa vigente. Già con la legge 71 del 2017 si era fatto il primo grande sforzo di inquadrare il fenomeno del cyberbullismo. La proposta approvata ora alla Camera rappresenta un ulteriore intervento verso una più ampia disciplina, che certamente ci permette di dotarci della più completa normativa antibullismo d’Europa. Chiaramente nessuna legge sarà mai in grado di risolvere da sola una ferita sociale: la legge può agevolare quel percorso, velocizzarlo, indirizzarlo. Un drammatico fenomeno sociale, come il bullismo, va sconfitto agendo anzitutto a livello culturale, ma la legge può certamente contribuire a favorire questo percorso”.
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