È tempo di contrattazioni di Istituto e di relazioni sindacali, abbiamo chiesto cosa ne pensa al riguardo ad un navigato sindacalista della Gilda insegnanti, Nino Tindiglia coordinatore del sindacato di Rino Di Meglio per la Regione Calabria.
Come la ricorrenza del 2 novembre “a livella”, sostiene il sindacalista Tindiglia, ogni anno comincia la ricorrenza del rinnovo dei contratti di istituto nelle scuole italiane. Tutto è scandito dal CCNL che fissa l’inizio delle contrattazioni a settembre e la conclusione entro il 30 novembre. I termini soprattutto conclusivi non vengono rispettati mai per i più svariati motivi.
Ma quello che sorprende, continua il coordinatore della Gilda Calabria, riguarda il rapporto tra DS e RSU che dovrebbe essere paritetico e che spesso viene usato dai DS come un piedistallo dove salire ed imporre le proprie condizioni.
Da questi DS le relazioni sindacali sono considerate un fastidio, una perdita di tempo e le RSU sono un complemento d’arredo di cui servirsi. Eppure negli istituti che correttamente dialogano con la controparte sindacale le cose funzionano a meraviglia e ci sono pochi conflitti.
Emblematica, conclude Tindiglia, la frase di una docente RSU in una scuola “io firmo tutto quello che la mia DS mi dice”, dalla quale si ricava il grande senso di rispetto e di responsabilità per il ruolo ricoperto.
Capita spesso, spiega il sindacalista della Gilda Insegnanti, di assistere a convocazioni senza il rispetto dei tempi minimi di convocazione, o di convocazioni che vengono spostate successivamente, senza fornire la documentazione adeguata, si convocano in orari assurdi 8 di mattina, 13,30 (ora di pranzo) alle 18 di sera, insomma senza il minimo rispetto delle parti.
In molte scuole le trattative si concludono al termine dell’anno scolastico ed i contratti non vengono inviati all’ARAN come previsto.
Ci si chiede quali sono le sanzioni per quei DS che non svolgono correttamente le operazioni previste dalla normativa vigente?
Si può sempre ricorrere al comportamento antisindacale? Procedura incresciosa che se attivata porta sempre alla condanna dell’amministrazione.
Il sindacalista Tindiglia si chiede perché il MIM non organizza corsi di formazione mirati a dare ai DS gli strumenti adeguati per una corretta gestione della scuola che dirigono, anziché non far nulla lasciandoli da soli a districarsi in un ruolo troppo vasto che comprende didattica, gestione del personale, sociologia, psicologia, rapporti con gli Enti. Troppo vasto il campo per questo molto spesso il DS si avvale di collaboratori (vicari) che non possono essere oggetto di incarichi sostitutivi dello stesso DS quindi senza alcun potere e che spesso assumono atteggiamenti, ruoli e poteri che non hanno, esagerando.
Il dimensionamento in atto, conclude il suo pensiero il Coordinatore Gilda Calabria, sta accrescendo il numero di plessi accorpati aumentando le difficolta gestionali, di converso nessun aiuto aggiuntivo viene fornito ai DS per meglio gestire la complessità.
È arrivato il momento di dare una svolta di qualità alla scuola altrimenti oltre c’è il baratro.
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