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Tindiglia (Gilda), è arrivata l’ora di ripensare la scuola italiana

In una lettera di saluto ai neo dirigenti scolastici, che dall’1 settembre prenderanno servizio nelle scuole che verranno loro assegnate, il Coordinatore dell Gilda Calabria Antonino Tindiglia fa il punto della situazione.

Lettera pubblica di Tindiglia (Gilda)

Un caloroso, sincero e professionale saluto ai nuovi dirigenti scolastici, perché possano diventare il faro guida dell’Istituzione che saranno chiamati a dirigere. Ne hanno tanto bisogno. Li vedo come “Capitani Coraggiosi” mandati allo sbaraglio senza che venga fornito loro il giusto armamentario. Ancora una volta assistiamo ad una farsa che li vede buttati nella mischia senza che venga fatta Loro una adeguata preparazione.

Eppure, il bando prevede un anno di formazione e poi l’immissione in ruolo come DS; invece, si consegnano le chiavi di un istituto senza che questo avvenga. Chi andrà a ricoprire la carica di DS fino al 31 agosto è stato un insegnante di discipline che spesso non ha mai avuto a che fare con la gestione del personale (vedi CCNL), con l’amministrazione contabile di una scuola (vedi contabilità), con l’organizzazione di una struttura complessa quale è una scuola. Tutto si impara. È per questo che occorrono i tempi per una buona formazione. Partire con il piede sbagliato può compromettere una brillante carriera e stravolgere l’assetto di una scuola. I fatti parlano chiaro. I dati dicono che la cattiva gestione compromette l’assetto di un istituto scolastico fino a determinarne il sottodimensionamento e quindi l’accorpamento, istituti sovraccarichi di allievi ed altri che arrancano, la colpa è anche della impostazione attuale della scuola che vede in competizione tra loro gli istituti alla ricerca del “cliente”.

È venuto il momento di ripensare seriamente la scuola italiana. Non più “scuole imprese” alla ricerca del cliente, ma istituzione scolastica che insiste su un territorio, un comprensorio con una offerta formativa incentrata sull’istruzione classico – scientifica – umanistica ed un sistema tecnico – professionale che prepari gli allievi ad affrontare la vita, quindi un panorama completo dell’istruzione – formazione che orienta e dà l’opportunità agli allievi di scegliere quello che per loro sarà il percorso migliore.

L’assetto della scuola disegnato in questi ultimi anni ha portato ad un calo dei Saperi  basilari fino a far rilevare agli esperti che gli allievi presentano carenze nella comprensione di testi e nella matematica.

Non potrebbe essere altrimenti dato che oggi si sostituisce il “successo formativo” al sapere, saper fare, saper essere. La scuola deve costruire la società del domani non deve personalizzare l’istruzione. Consentire a tutti la giusta istruzione per come stabilito nella Costituzione, e poi lasciare alla meritocrazia il resto.

Intanto prosegue, come sempre in ritardo, l’organizzazione del nuovo anno scolastico, in questi due mesi, in piena estate, quando tutti vanno in ferie, nella scuola si lavora per organizzare le attività per il prossimo anno scolastico:

  1. Nomina dei nuovi DS;
  2. Utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie per adattare l’organico di diritto all’organico di fatto;
  3. Nuove immissioni in ruolo del personale ATA e dei docenti da GAE, GM, concorsi riservati;
  4. Incarichi annuali sui posti vacanti.

A tutt’oggi non sono state fornite le indicazioni operative. Ogni anno è una lotta contro il tempo, uno stress per gli impiegati delle strutture periferiche USR e ATP che devono fare le ferie e tutte le operazioni in fretta con norme ed indicazioni che cambiano ogni anno ad alto rischio di errori ed una estenuante e corrosiva attesa per il personale che attende le varie fasi.

Da anni chiedo che le operazioni vengano anticipate e programmate, invece per la legge del pizzicagnolo “risparmiare sul personale” si porta tutto all’ultimo minuto ed in fretta. Nel frattempo, l’organico potenziato delle scuole ha creato sacche di docenti 4,5, fino a 13 che vengono mal utilizzati, sfiduciati, usati solo per le sostituzioni, nulla aggiungendo all’offerta formativa.

Altro tema pregnante e fondamentale riguarda il procedere sempre con nuovi modi e norme per i concorsi e le assunzioni, che non seguono una logica ma piuttosto il caso o la necessità del momento o del settore. Sarebbe più opportuno stabilizzare le procedure evitando così anche il contenzioso ed il ricorso al Giudice.

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