Abbiamo ascoltato, sulla possibile riforma delle pensioni targata M5S-Lega, il coordinatore della Gilda Calabria Antonino Tindiglia. il sindacalista Prof. Tindiglia è anche componente della direzione nazionale della Gilda insegnanti e, tra le altre cose si occupa anche di pensioni.
RIFORMARE LA FORNERO HA COSTI ELEVATI, MA CI SI GUADAGNA IN PRODUTTIVITA’
I costi, ci spiega il prof. Tindiglia, è tutto in funzione dei costi. Ma sono mai stati considerati i costi sociali che si creano mantenendo in servizio persone ormai decotte prive di qualsiasi stimolo in un sistema che non tiene conto del soggetto ma solo di quanto costa mandarlo in pensione anziché a 43 anni, a 41 di servizio?
Provate ad entrare in una scuola e vi accorgerete subito di cosa sto parlando, afferma il sindacalista della Gilda.
Un’insegnante giovane, dinamica piena di voglia di lavorare aggiunge alla classe un desiderio maggiore ad apprendere, è più in sintonia con gli allievi, mentre una docente costretta a restare in servizio contro la sua volontà a 66/67 anni e 41/42 di servizio, a parte la distanza epocale tra generazioni, trova grande difficoltà ad essere ascoltata e seguita.
Oggi gli allievi avvezzi ad altre agenzie formative più facili da utilizzare (televisione, internet) non hanno voglia di starsene seduti per ore in una postazione per come si concepiva 40 anni fa, generalmente una sedia di legno ed un banco scomodo, altro che poltrona e divano davanti alla televisione, perdono qualsiasi stimolo ad apprendere e solo la dinamicità e freschezza del docente possono fare la differenza.
Si vuole combattere la dispersione scolastica ma a parte qualche sporadico progetto non si fa molto per introdurre quegli elementi cardini per modificarla. Uno degli interventi, conclude il Coordinatore della Gilda Calabria, ritengo sia proprio intervenire sulla classe docente.
Il lavoro di docente è molto stressane, usurante, lo dicono gli ultimi studi condotti in materia, e dovrebbe essere annoverato tra le categorie a rischio.
Quindi, ai nostri governanti, lanciamo l’invito a ripensare tutta la materia pensionistica in un’ottica meno economica e più produttiva per il bene della Nazione.
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