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Tinkering, l’apprendimento informale in cui si impara facendo

Il tinkering è una forma di apprendimento informale in cui si impara facendo. Questo metodo incoraggia a sperimentare, stimola l’attitudine alla risoluzione dei problemi e insegna a lavorare in gruppo, a collaborare per il raggiungimento di un obiettivo, un po’ come succede con altri metodi pratici come il coding e la robotica educativa.

Con il tinkering bambini, adolescenti e adulti possono accostarsi a discipline come l’arte, la scienza e la tecnologia senza l’assillo di dover memorizzare concetti teorici o di dover studiare intere paginone noiose di libri. Conta solo la pratica.

Il tinkering è un nuovo modo di esplorare le conoscenze tecnologiche e scientifiche stimolando la creatività. Nato all’Exploratorium di San Francisco è ormai proposto anche in Italia in alcuni musei o centri didattici per bambini.

La traduzione in italiano di tinkering è «rattoppare» e in effetti nei laboratori di tinkering si cercano delle toppe, per riparare o creare qualche cosa, si realizzano progetti in cui si utilizza il materiale a disposizione per copiare un’idea, rifarla in modo più semplice o semplicemente come meglio si crede.

Si possono realizzare anche progetti con l’elettricità. In altre parole è un laboratorio che fa venire voglia di provare a inventare qualcosa: insegna a riparare oggetti (elettrici e non), a smontare un oggetto con meccanismo prima di buttarlo e a riprodurre modelli di oggetti comuni.

Aiuta a prendere confidenza con i robot e a immaginarne la genesi nei modi più creativi. Oltre a essere una bella spallata pragmatica a un mondo inquinante e consumista.

Questa tipologia di didattica è stata adottata da chi scrive nel proprio laboratorio di elettrotecnica presso l’istituto professionale per l’industria a Furci Siculo in provincia di Messina nell’anno scolastico 2017/18. In questa sede, infatti, è stata progettata con materiali da riciclo una lampada a led comandata da un Mouse anni 90 (nella Foto).

Aldo Domenico Ficara

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