Che cosa rappresentano i professori per gli studenti? Chiede Skuola.net ai suoi lettori che sono poi tutti giovani studenti alle prese con le difficoltà giornaliere proposte dal nostro sistema di istruzione?
Un volto associato ad una materia, un compagno maturo di viaggio, un nemico temuto, un orco cattivo, un maestro di vita, un esempio da cui trarre insegnamento, un personaggio da repertorio, un genio da rispettare. Una premessa importante per individuare i profili generali delle tipologie di prof maggiormente diffuse.
IL SIMPATICONE – Chi l’ha detto che i prof non possono essere simpatici? Nel consiglio docenti, il simpaticone è quello che spicca immediatamente per cordialità, vitalità e vivacità. Solitamente non è un tipo solitario né introverso, al contrario tende a stringere amicizia con i colleghi e si fa voler bene da tutti gli studenti. In classe questo prof alterna le spiegazioni impegnate alle battute simpatiche, spezzando la noia piatta delle lezioni con della buona ironia. Si affeziona a tutti i suoi studenti chiamandoli per nome o coniando soprannomi affettuosi e simpatici.
IL PROF SEVERO – Ha uno sguardo inflessibile e un tono di voce grave. Al suo ingresso in classe non vola una mosca e pochi sono gli spavaldi che osano fiatare. Durante le sue spiegazioni un’alta percentuale della classe segue attenta, o almeno fa finta di seguire. Ma il bello arriva al momento delle interrogazioni: nessuno vorrebbe finire sotto la sua penna che scorre dall’alto in basso sul registro aperto. I cuori cominciano a battere all’impazzata, ai più ansiosi si annebbia la vista e le orecchie fischiano. Persino i più preparati iniziano ad avere dubbi relativamente all’argomento ripassato fino al minuto precedente. I compiti in classe di questo genere di insegnante scatenano spesso e volentieri epidemie generali. Non aspettatevi di essere chiamati per nome e neanche di potervi accaparrare un sei politico con il minimo sforzo. La sufficienza va sudata, e i voti sopra al 7 sono chimere.
IL COMPLESSATO – Nella gamma delle personalità maggiormente in vista non può mancare il prof insicuro e introverso. La timidezza estrema di questa tipologia di insegnante si manifesta in vari modi. C’è quello che ha una sudorazione abbondante e accelerata: impossibile non scorgere sopra la sua camicia, all’altezza delle ascelle, degli stagni con paperelle che nuotano tranquille. Altre volte l’ansia prende il sopravvento nei discorsi rendendo l’articolazione delle parole pressappoco impossibile: da qui via libera agli inceppi, i blocchi, i termini mangiati, troncati, invertiti, ribaltati! E così i prof in tensione diventano balbuzienti e oggetto di non poche prese in giro da parte degli alunni più indisciplinati. Altra caratteristica degli insegnanti insicuri è infatti quella di essere presi di mira e considerati dalla classe dei fenomeni da baraccone. Il rispetto nei loro confronti stenta a farsi vedere.
IL GENIO – Questo solitamente è il prof che desta maggior ammirazione tra tutti gli studenti. Insegna italiano, ma conosce alla perfezione le lingue antiche, parla inglese e francese ed è bravo persino in matematica e scienze. Spiega con passione e intelligenza la sua materia, dimostrando di essere all’altezza di un approccio con gli studenti inimitabile. Diplomatico e imparziale quanto basta, non ha particolari simpatie nei confronti di nessuno, premia i meritevoli e, se può, aiuta quelli in difficoltà. Il suo merito maggiore è quello di riuscire a fare amare la materia, e di saper comunicare al meglio il valore della cultura.
IL PROF CON LE PREFERENZE – Purtroppo non manca all’appello dei profili meglio noti, quello del prof che non riesce ad essere imparziale e a guardare tutti i suoi studenti sotto la medesima luce. I 9 e i 10 sono garantiti ai suoi cocchi di turno. Non si può pensare di rimanere nelle grazie di questo prof se non ci si mostra costantemente attenti, ruffiani, secchioni oltre modo. Gestire i rapporti con questo tipo di insegnante è molto difficile soprattutto per i più timidi e introversi. Quest’ultimi infatti fanno fatica ad emergere e a sopravvivere nella lotta al migliore che si scatena costantemente tra i banchi di scuola. L’imparzialità si manifesta palesemente non solo attraverso le valutazioni, ma anche nei comportamenti quotidiani: alcuni ragazzi vengono chiamati per nome e con un sorriso fisso stampato in volto. Questa sorte non è condivisa da tutti, e molti altri infatti sono oggetto di critiche costanti e rimproveri a volte immotivati.
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