Secondo uno studio l’Istat dal titolo: “Studenti e scuole dell’istruzione primaria e secondaria in Italia”, i ragazzi che scelgono la scuola non statale vivono principalmente nelle province lombarde, sono mediamente più ricchi, hanno almeno un genitore laureato ed entrambi sono occupati.
“Scuola paritaria non significa necessariamente privata. Si tratta di istituti- precisa Il Sole 24 Ore che riprende l’indagine Istat- non gestiti direttamente dallo Stato e che possono comunque essere pubbliche. Ma che, ovviamente, devono assicurare un livello di istruzione identico a quello delle scuole statali. Realtà che rappresentano il 12,9% del totale, con un picco per le secondarie di secondo grado che raggiungono il 26,2%. E che accolgono il 5,2% degli studenti italiani. In pratica, uno su venti”.
Intanto è Lombardia la regione con più scuole paritarie: in provincia di Milano li frequenta l’11,4% degli studenti, a Monza l’11,2%, a Lecco il 10%.
Segue Roma, con il 9,9% di studenti mentre all’estremo opposto ci sono Rieti, Crotone e Nuoro. Qui appena uno studente su 200 non sceglie un istituto statale.
Per quanto riguarda il grado di istruzione, le primarie accolgono il 16,1% degli iscritti di Napoli e provincia, mentre nelle secondarie di primo grado primeggiano Bergamo e Lecco con l’11,4%, ma Monza è capofila con il 12,2% di studenti nella secondaria di secondo grado.
Napoli ha invece il primato, il 38,4%, degli istituti non gestito direttamente dal Miur: in pratica due istituti su cinque. L’incidenza maggiore si ha tra le primarie, dove si raggiunge il 39,7%. Tra le secondarie di primo grado si scende al 13,3%, per le secondarie di secondo grado si sale al 58,4%.
“E sono appunto gli istituti superiori quelli tra i quali sono maggiormente diffusi gli istituti paritari. Il record spetta a Como, dove si arriva all’84,9% del totale. Seguono Varese con il 75,7% e Pescara con il 64%”.
Per quanto riguarda invece la tipologia di studenti che frequentano queste scuole, la maggior parte provengono da famiglie ricche.
Hanno un reddito medio di 25mila e 100 euro l’anno, contro i 15mila e 200 euro dei nuclei familiari dei ragazzi iscritti alle scuole statali.
Il 43,2% di loro ha almeno un genitore laureato. Una percentuale più che doppia di quella che si riscontra tra coloro che frequentano gli istituti statali (21,6%).
Infine, nel 54,8% dei casi i genitori sono occupati, contrariamente agli iscritti alle statali, fermi al 43,7%.
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