Sono una docente in pensione, da sempre impegnata a promuovere una scuola democratica, inclusiva e di qualità e desidero sottoporre alla vostra attenzione una questione, riguardo alla quale, nonostante la sua rilevanza in termini di rispetto dei diritti della persona, non sono ancora arrivate, da parte delle Amministrazioni competenti, specifiche comunicazioni che dimostrino una presa d’atto della reale situazione in cui versano i docenti di cui all’oggetto.
Essi vivono, infatti, nel timore del tutto fondato che non possano concludere l’iter formativo entro i termini previsti, ovvero il 31 agosto 2025, data in cui si conclude il contratto a tempo determinato con il quale sono stati assunti, rimandando al prossimo anno scolastico l’anno di prova finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato.
Il problema sorge in quanto la maggior parte delle Università che si sono accreditate, ai sensi dei decreti 148 e 156 di febbraio 2025, hanno potuto dare avvio all’erogazione delle attività previste per il conseguimento dei CFU mancanti non prima della metà di marzo e oltre. Alcune, infatti, hanno iniziato il 29 marzo 2025 e non hanno ancora formalizzato l’accordo con le scuole accreditate per il tirocinio.
In questo periodo dell’anno scolastico, considerati i giorni di scuola rimanenti, il docente vincitore di concorso, con cattedra di 18 ore, che non dispone di ore libere sufficienti né al mattino – per il carico dovuto, a titolo esemplificativo, a spostamento di sede, ricevimento famiglie, assegnazione di ora alternativa alla religione e di attività di recupero e potenziamento previste dal PNNR – né al pomeriggio, si trova nell’impossibilità di svolgere entro i termini utili le 120 ore di tirocinio diretto previste dalla legge.
Invito, pertanto, codesta Spett.le Redazione a dare il risalto dovuto alla questione, che possa sollecitare un intervento chiarificatore del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che vada nella direzione della tutela dei diritti e del benessere dei docenti che vivono questa situazione di incertezza e disagio, considerata anche la grande mole di lavoro che, con impegno, hanno affrontato, stanno affrontando e dovranno affrontare.
Senz’altro il Ministero non potrà più tacere su una questione di tale rilievo e dovrà comunicare le soluzioni praticabili a strettissimo giro di tempo: è l’appello che noi tutti operatori della scuola gli rivolgiamo “fiduciosi”.
Miriam Blasioli
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