Buongiorno,
il Dlgs n. 206 del 2007 stabilisce che i titoli esteri debbano essere valutati entro 4 mesi dalla presentazione dell’istanza di riconoscimento. Molti specializzati sul sostegno hanno ricevuto incarico di supplenza e sono in attesa anche dal 2022 del riconoscimento del titolo. Hanno firmato il contratto con clausola risolutiva espressa.
Nelle graduatorie, dietro questi docenti, ci sono una marea di candidati (che avevano ricevuto incarico lo scorso anno) che hanno l’interesse a che le procedure siano svolte in maniera conforme alla normativa vigente, ivi compreso che sia rispettato il termine di 4 mesi per la comparazione dei titoli.
Se va fuori qualcuno degli specializzati all’estero, il posto va, ovviamente, ad altri. Non risulta che il Consiglio di Stato abbia deciso che i docenti in attesa del riconoscimento debbano obbligatoriamente partecipare in massa alle procedure di conferimento delle supplenze, ma ha semplicemente stabilito che il Ministero debba obbligatoriamente effettuare le comparazioni dei titoli. Ciò è completamente diverso dal sostenere, come fanno alcuni, che il riconoscimento “cosa fatta è”…
Non risulta che in altri settori del pubblico impiego si possa occupare un posto senza il titolo riconosciuto dallo Stato italiano. Del tutto evidente che le procedure di controllo stiano avanzando a passo di lumaca. A cosa è servito chiedere supporto al Cimea?
Una domanda sorge spontanea: il Ministero sta aspettando la fine dell’anno scolastico, perché ha paura di dover estromettere un numero considerevole di docenti? A questo punto non sarebbe opportuno che il Ministero si sbrigasse, anche per far sapere agli altri docenti se conviene prendere la specializzazione sul sostegno in Romania o Bulgaria? Anche questo ritardo deve finire nelle aule giudiziarie?
Silvia De Santis
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