Nel pomeriggio del 20 febbraio, Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur e candidato del centrosinistra nel collegio della Camera di Firenze ha fatto il punto sulla legislatura che si conclude, analizzando gli aspetti portanti degli investimenti pubblici che il Governo ha stanziato sulla scuola. E attacca anche gli avversari politici, che smantellando la Buona scuola, a suo parere non proporrebbero altro che fare un passo indietro.
“Noi nella scuola abbiamo creduto e investito non a parole ma con i fatti, con soldi veri, risorse e idee nuove. Non possiamo e soprattutto non dobbiamo tornare indietro”, afferma Gabriele Toccafondi. Che prosegue convinto: “Se per anni il problema di migliaia di insegnanti precari è stato rinviato, se c’è stato chi ha fatto finta di non vedere e si è girato dall’altra parte, non era colpa del destino cinico e baro, ma di una precisa volontà politica”.
Il sottosegretario ricorda che fra il 2008 e 2013 l’Ocse evidenziava il taglio del 14% delle risorse sull’istruzione. Percentuale che azzerata per Toccafondi.
Sui programmi politici degli altri partiti, si dice preoccupato per la volontà abolizionista: “io i programmi degli altri me li sono letti, e studiati, spiega. Se togliete le paillette, vedrete che dietro c’è solo la voglia di smontare le nostre riforme, di tornare di nuovo a far mancare ossigeno e progetti alla nostra scuola per i nostri figli”.
Poi chiama a raccolta anche gli altri alleati: “dobbiamo far capire a tutti, anche ad alcuni dei miei alleati, che la scuola serve a formare ragazzi e non è un luogo di lavoro pubblico. Insegnanti si diventa per vocazione non per necessità. Qualità e merito devono essere i criteri di selezione di chi va a insegnare ai nostri figli”.
Il sottosegretario Toccafondi, riporta ANSA, ha parlato pure di dirigenti scolastici (“vanno date responsabilità ma anche autonomia”), di sicurezza degli edifici scolastici (“9 miliardi e mezzo di investimenti, dopo che per 40 anni nessuno aveva mosso un dito”), sugli Its (“degli iscritti oltre l’80% trova un lavoro legato alle proprie competenze una volta uscito da scuola”).
Ma quello che si augura Toccafondi è la creazione di un nuovo patto fra scuola, ragazzi, famiglie e territorio da costruire “all’interno di un sistema educativo universale e nazionale che non discrimini più le varie scuole comprese quelle paritarie”.
Le elezioni sono ormai alle porte e gli schieramenti stanno concludendo una campagna elettorale molto aspra, forse più del solito. Quello che si sa è che la scuola potrebbe avere un ruolo fondamentale, se non decisivo, per l’esito finale delle consultazioni. In poche parole, il prossimo Governo, potrebbe ottenere il lasciapassare grazie ai lavoratori della scuola
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