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Toccafondi: “Nell’idea di istruzione di Bussetti c’è una grande assente: la scuola paritaria”

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La politica è luogo di confronto anche serrato tra idee differenti.  Differenze che non sono mancate anche oggi nei confronti della sua relazione ma nel giorno della presentazione delle sue linee programmatiche voglio iniziare con un sentito e sincero augurio.

Lo faccio soprattutto perchè chi si occupa di scuola si occupa dei ragazzi, dei giovani, di generazioni che vivono in un mondo non semplice e che spesso sono bombardati da mille richieste e sollecitazioni.

Non è così scontato occuparsi di scuola, formazione, università e di ricerca avendo chiaro che parliamo automaticamente di giovani. Che la scuola è fatta per i ragazzi e non per altro, è un concetto ragionevole, di buonsenso, ovvio ma le scelte spesso rischiano di non essere fatte con questa logica.

Uno dei temi della legge 107 era quello della filiera: autonomia scolastica, valutazione, qualità, merito. Capisco che rappresenta una rivoluzione culturale ancor prima che pratica ma una scuola che parte dai ragazzi e dal futuro non può essere mediocre o avere come scopo quello di assumere chicchessia. In questo senso: autonomia, merito, valutazione sono strumenti volti a migliorare il lavoro dei docenti, dei dirigenti, della scuola.
La sua prima azione da Ministro è stata quella dell’abolizione della cd “chiamata diretta”.

Al netto delle procedure da migliorare che sono innegabili, quell’azione andava nella direzione appena descritta di una scuola che potesse scegliere il meglio per i ragazzi.
Mi fa piacere che in una intervista del 9 luglio abbia detto: “ora procederemo con criteri trasparenti”, che è cosa ben diversa dal dire “la aboliremo”, anche perchè come lei sa per abolire una norma di legge non è sufficiente un accordo sindacale (a proposito di scuola fatta per i ragazzi).

Altro tema della legge 107 è stato quello di aprire la scuola, luogo di conoscenze e di competenze, luogo in cui si forma la coscienza critica. In tale ottica vanno visti i filoni di investimento e cambiamenti riferiti alla scuola digitale, all’alternanza scuola lavoro, al contrasto alle dipendenze (droghe, alcool, ludopadia), al contrasto al bullismo. Non nozioni, non semplici incontri frontali docenti – discenti ma esperienze. Cambiare e migliorare è necessario, tornare alla scuola delle nozioni e delle quattro mura chiuse no.

Nella sua relazione oggi c’è un grande assente: la scuola paritaria. Ricordo anche che il sistema di istruzione, per legge e per buonsenso, è composto da scuole statali e paritarie che niente hanno a che fare con le scuole private. Una realtà che rappresenta la seconda e fondamentale gamba del sistema con 1 milione di iscritti e 13.000 scuole. Noi abbiamo dato certezza sui fondi, creato un fondo sulla disabilità, istituito le detrazioni fiscali per le famiglie, fatto un piano nazionale di ispezioni e di chiusure di chi si nascondeva dietro la parità scolastica. Spero che il Governo possa proseguire su questa strada e non voglia chiudere i finanziamenti e quindi chiudere le scuole paritarie, come uno dei due partiti della maggioranza ha più volte annunciato di voler fare.

C’è un sistema post diploma che funziona benissimo e si chiama ITS. nato poco fa ha già 9000 studenti, soprattutto 81% dei ragazzi trova lavoro subito. Funziona anche perchè il 30% delle risorse sono date su quota premiale, più i ragazzi trovano lavoro più ti finanzio. Pochi mesi fa abbiamo destinato altri 60 milioni per i prossimi 3 anni per aumentare gli iscritti, queste risorse devono arrivare agli Its. Nel mentre partiranno anche le lauree professionalizzanti: 3 anni di percorso con tirocinio formativo e accordi con ordini professionali. ITS e lauree professionalizzanti possono e devono stare insieme e questo è possibile se c’è il Miur che governa i processi, altrimenti sono due modelli che rischiano di andare in conflitto.

“Nessuna rivoluzione semmai qualche cambiamento” ha detto in una intervista recente. Io le auguro di fare tutti i cambiamenti che ritiene ma mi auguro li proponga sempre avendo chiaro che la scuola è fatta per i ragazzi.

Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione dal 2013 al 2018