Quelle contenute nel ddl di riforma della scuola sono “tutte vecchie novità, che riprendono le norme già in vigore e in molti casi le complicano inutilmente. L’unica vera novità è il potere del preside di nominare gli insegnanti. Si apre una breccia al clientelismo, all’aumento delle diseguaglianze, alle scuole di tendenza ideologica proprio mentre premono alle porte i fondamentalismi, come si è visto nella manifestazione dei cattolici integralisti”. E’ quanto scrive il senatore della minoranza Pd Walter Tocci sul suo blog spiegando che “a poche ore dal confronto decisivo in Senato (domattina riprendono i lavori in commissione Istruzione, ndr) è necessario ristabilire la verità sul disegno di legge” che presenta “cinque mistificazioni”.
“Soprattutto – sottolinea Tocci -, la chiamata diretta conferisce al preside il potere illegittimo di derogare le graduatorie di merito certificate dallo Stato nei concorsi pubblici. L’insegnante perderebbe la titolarita’ della cattedra e quindi la liberta’ di insegnamento, come il lavoratore perde la tutele con il Jobs Act. L’unica novita’ è l’applicazione ossessiva di uno solo al comando anche nel mondo della scuola”. “Nessuno dei veri problemi viene affrontato, né la riforma dei cicli, né l’abbandono degli studenti, né il neoanalfabetismo degli adulti – conclude -. I centomila sono utilizzati come una clava per imporre scelte inutili o dannose. Uno, nessuno e centomila, e’ il titolo di un dramma che racconta lo smarrimento del protagonista”.