All’uscita dall’anteprima sulla mostra “Tolkien: uomo, professore, autore”, alla Galleria nazionale di Arte moderna di Roma, dove oggi si aprirà al pubblico l’esposizione, Giorgia Meloni, accompagnata dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dichiarato: “Una bella pagina di cultura; una mostra molto bella e completa, ricca di molte cose che non conoscevo; una mostra molto viva che fa una ricostruzione molto bella non solo delle opere, che sono note, ma anche dell’uomo Tolkien”.
E poi ha aggiunto: “Quando studiavo la Letteratura, a me piaceva molto scoprire e capire cosa ci fosse nella vita dell’autore, perché aiuta a leggere meglio le sue opere. Questa è una mostra che, da questo punto di vista, fa un salto di qualità, per cui ringrazio il ministro Sangiuliano, la Galleria nazionale di Arte moderna di Roma e i curatori: è una bella pagina di cultura”.
Con il ministro della Cultura a fare gli onori di casa, sono saliti per lo scalone posto di fronte a Villa Borghese anche il sottosegretario Alberto Mantovano, i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepresidente Maurizio Gasparri, il presidente della commissione Cultura della Camera dei deputati Federico Mollicone, nonché personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo come Alessandro Giuli, Edoardo Sylos Labini, Pino Insegno, Osho e Edward Llewellyn ambasciatore britannico in Italia.
Tutta la destra insomma a omaggiare Tolkien e i suoi romanzi, appropriandosene ideologicamente con una manovra però che riguarda solo l’Italia, dal momento che in Usa, per esempio, Il Signore degli anelli fu un testo sacro agli hippies che, come è noto, di destra non sono, anzi.
In Italia tuttavia, la sinistra ha giudicato i romanzi fantasy opere di secondo livello per cui non ha mai dato credito, sbagliando per mille motivi, a scrittori straordinari come Tolkien, lasciando dunque spazio alla destra che, approfittando del fatto che l’autore fosse ritento anche un tradizionalista cattolico e che avesse sempre tenuto a distanza l’utopia socialista, se ne appropriò come scrittore di destra, dimenticando però che Tolkien odiava il fascismo e Hitler.
Ma non solo “denunciava come arbitraria qualsiasi interpretazione allegorica delle sue favole” cosa però che la destra fece. E infatti, da un lato ignorò il suo odio per le dittature e dall’altro mitizzò le sue creazioni, indugiando fra “Terra di mezzo”, Hobbit e un intero mondo alternativo rispetto a quello idealizzato dalla sinistra.
E infatti nel 1997 la destra organizzò un “Campo Hobbit” dove confluirono tra le 1.300 e le 1.500 persone.
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