In questa fase storica in cui la politica ha fortemente ridotto gli spazi di contrattazione nel mondo del lavoro, dove le relazioni tra amministrazione e sindacati sono logori, dove il contenzioso ha raggiunto limiti inimmaginabili, nel mondo sindacale si apre il dibattito, si cerca il confronto e a volte non si trovano soluzioni condivise. A tal proposito abbiamo voluto intervistare un sindacalista di lungo corso, Francesco Tomasello, che da pochi giorni ha deciso di lasciare gli Unicobas per portare avanti il progetto della CUB, per capire, dal suo punto di vista, quali sono i reali bisogni dei lavoratori della Scuola, dell’Università e della Ricerca.
Per comprendere le scelte di un sindacalista è sempre bene conoscere la sua storia, Lei da quanti anni fa sindacato e qual è la sua storia sindacale?
Il sindacato non è un’entità che si possa separare dalle condizioni materiali ed umane dei lavoratori. Mi ero iscritto alla CGIL giovanissimo, nel 77 ai tempi della legge 285 per l’occupazione giovanile, nel 1987 vincitore di concorso ordinario partecipo alle lotte per la Scuola Pubblica nel 1996 vengo eletto segretario della Cgil Scuola per la mozione congressuale della sinistra sindacale “Cara Cgil…” con la nascita della Flc vengo eletto segretario generale, da sempre vicino al leader della Fiom Claudio Sabattini, ne condivido l’idea di sindacato indipendente e del conflitto. Lascio la Cgil con alcune centinaia di compagni perché non ne condivido la svolta moderata ed il conseguente modello contrattuale di tipo concertativo. Nel 2009 nasceva l’Associazione Docenti ed Ata della Camera Generale di Base, poi l’adesione all’Unicobas, organizzazione sindacale di base che aveva poche adesioni in Sicilia. Sviluppiamo importanti iniziative vertenziali e di tutela non solo nel mondo della scuola, ma anche nel Terzo Settore, a sostegno degli Operatori Igenico-Personale e della Comunicazione per il diritto allo studio degli studenti diversamente abili. Apriamo vertenze ed iniziative legali a sostegno dei percorsi di internalizzazione degli ex lsu, per i diritti degli ata provenienti dagli Enti Locali. Diventiamo riferimento per il personale delle Partecipate a Capitale Pubblico e di recente per i lavoratori Forestali, dell’ Antincendio Boschivo e del 118. Miravano e miriamo alla costruzione di un grande soggetto Confederale Unitario di Base che partendo dalla centralità del lavoro e della tutela dei diritti indisponibili, rifiutando la concertazione, le pratiche che determinano la miseria materiale del personale della scuola e che sono le conseguenze del dl 29/93 e della privatizzazione del lavoro nella scuola e nel pubblico impiego che stanno portando sull’orlo del baratro, quasi 4 milioni di lavoratori e le loro famiglie.
La sua decisione di lasciare Unicobas per passare alla CUB , avviene alla vigilia dello sciopero del 27 ottobre 2017, è solo una coincidenza temporale?
La Cub, sindacato che organizza alcune centinaia di migliaia di lavoratori di tutti i settori, aveva lanciato l’idea di una piattaforma di tutto il sindacato di base uscendo dalle secche di Jobs act, Fornero, proponendo nuovi diritti salariali e la centralità della Scuola come Organo Costituzionale per contrastare in modo efficace la schiforma 107 ed i decreti attuativi. C’è stata una grande assemblea unitaria a Milano che ha dato via libera allo sciopero del 27 ottobre. A noi è apparso un buon viatico per costruire il sindacato generale di lotta che manca nel Paese dopo l’accettazione passiva dei sindacati concertativi al modello governativo di cessione dei diritti. C’è stato un ampio e sofferto dibattito tra il nucleo storico dei miei compagni che erano in Unicobas ed il riscontro di piene vedute con la Cub. Il 25 ottobre a ridosso dello sciopero generale, Marcelo Amendola, portavoce nazionale della Confederazione Cub ed io abbiamo diffuso il comunicato stampa con il quale si dava notizia della nascita di un nuovo percorso del Sindacalismo di Base.
Con la sua entrata nella CUB quali prospettive sindacali prevede in questa nuova avventura?
Non è avventura, ma ripresa di vere politiche di tutela, nel giro di pochi giorni in giro per la Sicilia ci sono state centinaia di adesioni di lavoratrici e lavoratori del personale della scuola e delle altre categorie. La nostra idea è quella di rovesciare il tavolo delle trattative al ribasso ed aprire una stagione di lotte nelle scuole, nei servizi, nel pubblico e nel privato. A chi resta chiuso in un piccolo orticello in una logica di capo del piccolo villaggio, auguriamo buona fortuna. Non ci facciamo trascinare in sterili polemiche riteniamo che la migliore risposta sia la capacità di mobilitazione di un grande Sindacato Confederale Unitario di Base che si batte per la Scuola della Costituzione, contro ogni forma di autoritarismo, per le verità sociali e le libertà civili.
La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia…
Si discute molto di educazione alla pace, ma nelle ultime settimane la cronaca ha fatto…
Anche oggi, come faccio da ormai molto tempo, mi è capitato di leggere un vostro…
Meno soldi per le armi, più finanziamenti per la scuola, la sanità e la lotta…
Il regista napoletano Paolo Sorrentino, che ha diretto il film "Parthenope", al momento nelle sale…
L'ascolto attivo a scuola è una pratica che incoraggia gli studenti a partecipare in modo…