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Tony Effe, concerto a Roma annullato. Edoardo Prati: “Indignati per parolaccette? L’arte non deve essere un esempio”

Non si placa la polemica circa l’annullamento dell’invito, da parte del Comune di Roma, al trapper Tony Effe in vista del concerto di Capodanno. Il sindaco Gualtieri ha preso questa decisione giudicando il 33enne “divisivo” visti alcuni suoi testi misogini.

Tony Effe è stato costretto così a fare un passo indietro e la discussione si è infiammata: c’è chi crede che sia giusto evitare di far esibire artisti che parlano di atti violenti contro le donne. Ma in molti hanno gridato alla censura.

In molti hanno espresso solidarietà al cantante. Proprio oggi i cantanti Mara Sattei e Mahmood, che avrebbero dovuto esibirsi insieme al 33enne romano, hanno deciso di non partecipare più. Tanti sono i cantanti che si sono schierati con Tony Effe: “Trovo che sia veramente un brutto gesto escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma privando un ragazzo dell’occasione di esibirsi nella sua città. Non è una cattiva persona, non ha fatto male a nessuno. Ma è altrettanto un brutto gesto nei confronti della musica tutta e dell’arte in generale. Una forma di censura “violenta” che alle soglie del 2025 non si può tollerare e giustificare. Ti abbraccio Tony”, queste le parole di Emma, come riporta La Repubblica.

Anche Giorgia boccia la scelta del Campidoglio: “La musica è espressione di libertà di chi la fa ma anche di chi l’ascolta che può scegliere se ascoltarla oppure no. La censura, la storia lo dimostra, non è mai una soluzione ma di solito l’inizio di un tunnel che non porta mai alla luce”.

Anche Noemi, sempre sui social, ha espresso la sua contrarietà: “Penso che censurare gli artisti non sia la soluzione. L’arte deve restare un luogo di espressione. Anche quando fa discutere”.

Edoardo Prati: “Tutti indignati per le parolaccette?”

A dire la sua è stato anche lo studente influencer culturale Edoardo Prati su Instagram. Anche a suo avviso tutti gli artisti dovrebbero essere liberi di poter cantare senza limitazioni: “Ma di cosa dovrebbero essere esempio? Qui c’è un fraintendimento. Io sono stato educato al cantautorato, ma tutti indignati perché i rapper dicono le parolaccette?”.

“Trapper come Niky Savage ha molta più coscienza poetica di certi melodrammi. La funzione dell’arte non è essere un esempio, è essere rappresentativa delle nostre coscienze, di aspetti umani. Non esistono aspetti umani più degni o meno degni di essere rappresentati. Esistono aspetti umani più veri o meno veri”, ha concluso.

I rapper devono educare?

Anche un concerto dello stesso Niky Savage, settembre 2023, è stato cancellato per i testi delle canzoni. In un’intervista a Vanity Fair di qualche mese fa Tony Effe aveva detto che “può esistere un rap non misogino, ma non è il mio rap. Io poi faccio di tutto, anche pop. Sono bravo a fare tutti i tipi di musica, molto semplicemente”.

L’anno scorso ha fatto scalpore la decisione del sindaco di Ladispoli, cittadina laziale, di bloccare il concerto del rapper Emis Killa previsto per Capodanno. Il cantante avrebbe dovuto esibirsi con Guè. Il motivo? Una frase contenuta in un vecchio testo di una canzone di Killa, del 2016, “3 messaggi in segreteria“.

“Preferisco vederti morta che con un altro”, queste le parole incriminate. Le polemiche, come riporta Rolling Stone, sono nate in questi giorni e il cantante ha provato a difendersi dalle critiche dicendo che non si tratta di un inno al femminicidio, ma tutto il contrario. “Nel pezzo – dice – interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo per quanto spiacevoli accadono. Non è Emiliano che parla e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro storytelling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi qualche anno di galera? Per farmi un’idea di me piuttosto dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose”.

L’attrice Cristiana Capotondi si è scagliata l’anno scorso contro il trap: “Ma l’avete ascoltata la musica trap, di come viene trattata la donna nella musica trap? La ascoltano gli adolescenti. Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto tale per cui ti tolgo la vita”, ha detto a In Altre Parole su La7.

Redazione

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