Buongiorno, ho deciso di rivolgermi a voi dopo aver letto le parole di una dirigente scolastica (peraltro costretta al trasferimento perché accusata di imporre commissioni e progetti) e le sue considerazioni sul pensiero critico e lo scambio costruttivo.
Tutte belle parole che possono tornare utili per “pararsi le pudenda” quando non si sa più che pesci prendere! Questo perché in verità, da alcuni anni a questa parte, è duro costatare che si siano instaurati in molti istituti comprensivi, soprattutto del Nord, dirigenti scolastici che della legge Renzi (che attribuisce a tale ruolo una rilevanza considerevole), non solo hanno preso alla lettera le parti dove si evidenzia il loro enorme potere, ma anche il fatto che questo potere possa essere utilizzato indiscriminatamente, senza in realtà alcun controllo ministeriale.
Forse è per questo che si stanno perpetrando sempre più casi di dirigenti che fanno il bello e il cattivo tempo in molte scuole, spesso circondandosi di gruppi di docenti che forse per paura o forse per stacanovismo fine a se stesso, assecondano comportamenti sia discriminatori, sia che si discostano da quello che può essere definito un “agire legale” o per meglio dire, conforme alle norme.
Quello che è certo è che non si può e non si deve attribuire ad una sola persona, il pieno controllo di un intero istituto, soprattutto se non si prevedono forme di ispezione (anche in incognito), per verificare effettivamente i vari operati.
Così, là dove il Collegio dei docenti risulta unito e compatto, è facilmente rilevabile la vera natura e i comportamenti più o meno leciti di un dirigente, ma là dove non lo è, succede che ci si ritrova di fronte a situazioni di vero e proprio abuso, sia fisico che psicologico e che molti docenti subiscano tali angherie, senza ricevere aiuto da chicchessia.
Insomma, almeno a noi italiani, la storia non ha insegnato nulla di cosa può comportare attribuire tanto potere ad un solo uomo (o donna)!
Maria Rosaria Oliveto