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Torino, cede il controsoffitto di una materna: gli alunni salvati dalla prontezza dalla suora educatrice

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A quattro anni e mezzo dalla tragedia di Rivoli, che causò la morte del giovane liceale Vito Scafidi, nel Piemonte si è sfiorato un caso simile. Il 29 aprile, in una scuola dell’infanzia di Torino, gestita da suore, sono improvvisamente caduti alcuni pannelli del controsoffitto di un locale, adibito a spazio gioco per i bimbi. Ad evitare che sotto vi fossero dei bambini è stata la prontezza di un’educatrice che solo pochi minuti prima che si verificasse il distacco aveva provveduto a spostarli a scopo precauzionale in un’altra aula perché aveva sentito dei rumori sospetti.
Fortunatamente non ci sono stati feriti. Dai primi accertamenti risulta che la causa non sia da associare al maltempo, ma al cattivo ancoramento del controsoffitto di un’area complessiva di circa 40 metri quadri, comprensiva della sala dormitorio e di una sala giochi. Sembrerebbe, ma questo dato è ancora da accertare, che questi locali non erano sono stati dichiarati agibili.
Dai primi passi dell’inchiesta giudiziaria risulta confermata la versione che ad evitare la tragedia sia stato l’intervento della suora, poi ascoltata dagli investigatori: la religiosa ha confermato che dopo aver avvertito i rumori provenire dal soffitto ha fatto subito uscire tutti i presenti. E che il cedimento è avvenuto poco dopo.
Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per disastro colposo. “La tragedia – ha detto il magistrato – è stata sfiorata per pochi minuti. Mi auguro che il nuovo governo manifesti attenzione anche a questi temi. La prevenzione è fondamentale. E servono tutte le risorse necessarie”.
A tal proposito, nel corso delle prime interviste rilasciate alla stampa il nuovo ministro, Maria Grazia Carrozza, ha assicurato che sul fronte della sicurezza dell’edilizia scolastica proseguirà l’opera del suo predecessore Francesco Profumo.
Anche perché si tratta di un progetto lontano dal compimento: il 44% degli edifici scolastici risale a più di 32 anni fa e 4 scuole su 100 sono state costruite addirittura prima del 1900. La necessità di un “piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale” è stata segnalata dal nuovo premier Enrico Letta nel suo discorso alla Camera, legata anche all’obiettivo di portare la pratica sportiva nelle elementari e nelle medie.
L’urgenza di un piano nazionale di edilizia scolastica, che tenga conto anche delle particolari esigenze legate alla sismicità dei territori, è stata seguita con attenzione negli ultimi mesi, tanto che ad inizio anno scolastico 2012/2013 il Miur ha reso noti i dati disponibili nell’anagrafe ministeriale degli edifici scolastici. E uno degli ultimi atti della gestione del ministro Francesco Profumo è stata la firma, il 27 marzo scorso, della direttiva per destinare 38 milioni di euro alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare.

– IL FONDO IMMOBILIARE: la direttiva del 27 marzo prevede un fondo da costituire attraverso una società di gestione del risparmio appositamente individuata dall’Ente locale/Regione tramite procedure a evidenza pubblica, è uno strumento finanziario destinato a realizzare le nuove strutture grazie alla valorizzazione degli immobili obsoleti, conferiti dall’Ente locale/Regione, e a ogni ulteriore eventuale cofinanziamento.
– I DATI DELL’ANAGRAFE DEL MIUR: Su 10.219 istituzioni scolastiche hanno risposto in 9.806; gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici).
– 4 EDIFICI SU 100 RISALGONO ALL’800: Il 4% degli edifici scolastici in Italia è stato costruito prima del 1900 (il numero più consistente è concentrato in Piemonte), il 44% tra il 1961 e il 1980. Il 14,8% è stato riadattato per uso scolastico e il 4% è di proprietà di enti religiosi o privati.
– 98% HA ESTINTORI MA SOLO 17,7% OK CON NORME ANTINCENDIO: Soltanto il 17,7% degli edifici è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Tuttavia il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio, il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza, il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico,il 63% è munito di un sistema di allarme, il 98,3% è in possesso di estintori portatili, il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza. Sono le regioni del Sud quelle che presentano, da questo punto di vista, le maggiori criticità: in Calabria soltanto il 33,7% ha una scala esterna e in Sicilia il 49% ha impianti elettrici non in regola.
– CIRCA 14 MILA EDIFICI IN ZONE AD ALTO RISCHIO SISMICO: Su 25.532 edifici per i quali è stata comunicata la classificazione sismica, 2.328 edifici sorgono nelle zone più pericolose dal punto di vista sismico e 11.414 si trovano in territori in cui in passato si sono avuti danni rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti. Per quanto riguarda la certificazione 3.745 edifici sono progettati rispettando la normativa antisismica e 1.614 sono in possesso del certificato di conformità, vale a dire un certificato che attesta la perfetta rispondenza dell’opera eseguita alle norme per le costruzioni in zona sismica. La percentuale più alta di edifici scolastici classificati in Zona 1 (la più pericolosa) si registra in Calabria, 53,6%, seguita da Basilicata (33,5%) e Abruzzo (20,7%).