“Sarà un esperimento – ha detto l’assessore a un giornalista de La Stampa – ma se funzionerà siamo pronte ad estenderlo: metteremo a disposizione delle famiglie in difficoltà economica che ne faranno richiesta i piatti non distribuiti ancora sigillati nella loro pellicola protettiva”
E poi aggiunge: “A darci l’idea è stato un bambino. Mentre il personale della mensa raccoglieva gli avanzi di giornata, lui, sospirando, ci ha detto: sarebbe bello se questo cibo potessimo portarcelo a casa. Alcuni di noi avrebbero una cena migliore”.
Per ora le famiglie che sono state informate del servizio sono una decina, non sono molte, ma l’importante è che si sia presa questa iniziativa. “Dal momento che non possiamo immaginare con precisione il numero e soprattutto la varietà dei pasti avanzati – ha aggiunto l’assessore – abbiamo già informato le famiglie interessate che non sarà possibile garantire la presenza ogni giorno di un pasto completo che va dal primo alla frutta. Programmare il tipo di avanzo che ci sarà quel giorno (e verrà sistemato nell’androne della scuola e consegnato ai genitori dal personale non docente) non sono prevedibili”.
Secondo quanto racconta il quotidiano, le scuole comunali torinesi lottano da tempo contro gli sprechi, cercando di organizzare al meglio le prenotazioni e collaborando con enti benefici.
Tuttavia la delibera presentata dall’assessore rappresenta un salto di qualità poiché sono state le stesse famiglie, contattate dal Comune dopo aver fatto tesoro del suggerimento del bambino di cui si parlava all’inizio, a rispondere che sì, in tempi come questi, ben vengano dei pasti sicuri, buoni e, soprattutto a costo zero.
Il nuovo progetto si affianca ad altre due iniziative il Buon Samaritano – raccolta di pane e frutta non consumati nelle mense delle elementari e medie, che con le ditte di ristorazione e l’Amiat , vengono ridistribuiti a enti caritatevoli cittadini – e quella del Banco Alimentare del Piemonte – i pasti non consumati nelle mense di cinque istituti scolastici della Circoscrizione 7 sono consegnati all’Asilo notturno Umberto I di Torino.
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