Torna il tormentone della mensa negata dai Comuni leghisti agli alunni indigenti

Ormai quello dei Comuni inflessibili è diventato un tormentone: lo scorso anno balzò alle cronache il caso di Montecchio Maggiore, nel vicentino, prima ancora era toccato ad Adro, con protagonista sempre il sindaco Oscar Lancini, divenuto poi famoso per i 700 simboli leghisti, prima ancora del boom di simboli leghisti. Tutti casi in cui le giunte comunali hanno detto che non era più il caso di accettare a mensa degli alunni senza che le famiglie pagassero nemmeno un euro.
Il 2011 è iniziato da meno di due mesi ed ecco giungere il primo caso. A scatenarlo sarebbe stato il sindaco leghista di Fossalta di Piave (Venezia), Massimo Sensini, che ha negato il pasto ad una bimba di quattro anni figlia di immigrati in difficoltà. La denuncia è stata fatta da Antonio De Poli, segretario regionale dell’Udc Veneto e portavoce nazionale del partito che riassume in una nota la vicenda. “Il caso – ha detto il rappresentante Udc – nasce l`11 gennaio 2011 quando una collaboratrice scolastica telefona all`ufficio scuola e chiede cosa deve fare con la bambina C.M. che non porta da settimane il buono pasto. Si tratta di una famiglia composta dal papà senegalese, dalla madre, proveniente dal Ciad, e da quattro fratellini, è attualmente ospitata presso l`abitazione di un ex assessore comunale del Pd, proprio a pochi passi dall`asilo.L`ufficio scuola si prende la ‘responsabilità’ di continuare a dare da mangiare alla bimba anche se non aveva il buono pasto. Il Sindaco, però, venuto a sapere della decisione dell`ufficio, avrebbe affermato che “quei pasti già consumati dovevano essere pagati o dalla famiglia o da chi aveva preso quella decisione, cioè il dipendente dell’ufficio”.

La vicenda si complica alcuni giorni dopo. “Il 18 gennaio l`assessore ai Servizi Sociali di Fossalta affronta il problema con l`Ufficio servizi sociali e assieme prospettano la possibilità di una contribuzione straordinaria alla famiglia per l`acquisto dei buoni pasto. Nella riunione serale di pre-Giunta il Sindaco Sensini boccia però la proposta dei Servizi sociali: nessuna contribuzione straordinaria. Anzi, impone che la bambina vada a mangiare a casa se la famiglia non ha i soldi per l`acquisto del buono pasto. Per tale motivo l`assessore ai Servizi sociali viene incaricato di contattare la dirigente scolastica della struttura, dottoressa Murri, affinchè provveda ad autorizzare la bimba all`uscita nell`orario di mensa. Ma il regolamento d`istituto non prevede la possibilità di uscita anticipata perché il ‘tempo mensa’ è a tutti gli effetti orario scolastico ma che ne avrebbe parlato in Consiglio d`Istituto. In Consiglio d`Istituto la richiesta viene respinta”.
A questo punto il Collegio dei Docenti del 20 gennaio decide che le insegnanti e il personale Ata, a turno, rinunceranno al loro pasto per darlo alla bambina. “La decisione viene comunicata al Comune e attuata dal 25 gennaio”. Solo che anche stavolta il sindaco Sensini non demorde sottolineando che “il buono pasto non può essere ceduto perché altrimenti si crea un danno erariale”. Quindi “la dirigente scolastica autorizza dal primo febbraio l`uscita anticipata della bambina alle 11.45. La bimba per due giorni è costretta ad uscire anticipatamente. Il 3 febbraio vengono acquistati da una persona ‘di cuore’ 3 blocchetti (30 pasti) e dal 7 febbraio la bimba riprende regolarmente a frequentare la scuola dell`infanzia”.
In conclusione, secondo De Poli “si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che mostra più che un attaccamento ai regolamenti, un vero e proprio accanimento di un Sindaco contro una bimba di quattro anni. Questa Lega ottusa, razzista ed arrogante sarà quella che noi combatteremo sempre, perchè non si può fare una volgare politica razzista, fatto già di per sé esecrabile, sulle spalle di una creatura senza colpe”. Senza entrare nel merito della discussione, c’è da scommettere che entro breve arriverà la replica del Sindaco. Nel frattempo, sarebbe comunque opportuno che non si negasse più il pasto a nessun bambino.

Alessandro Giuliani

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