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Torna l’ora legale, uno studente su tre non ci farà caso

Il 31 marzo lancette spostate in avanti di un’ora: torna l’ora legale, con indubbi vantaggi, economici e di vita. Bisogna però fare anche i conti con alcuni aspetti sconvenienti. Certamente marginali. E temporanei. Ma ci sono. Riguardano le abitudini quotidiane, che per alcune persone (soprattutto quelle più rigide oppure particolarmente fragili) vengono messe in discussione.
A ridimensionare gli allarmi è il professor Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus. “Pur esistendo la necessità che corpo e cervello, e con essi il nostro modus vivendi, si adeguino all’orologio convenzionale, controindicazioni e possibili effetti negativi non solo sono trascurabili, ma anche di breve durata”, ha detto Peverini. Rilevando che “purtroppo i ritmi quotidiani attuali, sempre più frenetici ed ansiogeni, i ripetuti spostamenti in aree urbane trafficate, la stessa complessità della vita di relazione e del mondo del lavoro ci hanno abituato a continui e spesso repentini cambiamenti delle nostre consuetudini. Ci hanno assuefatto a convivere con dosi elevate di stress e a trovare rapidamente soluzione a molte situazioni critiche. Per cui lo slittamento di un’ora delle lancette dell’orologio rientra, anzi ricade, in questi sopportabili ‘scossoni quotidiani’”
Per l`esperto di problemi di sonno, inoltre, “questi non sono mutamenti individuali, ma collettivi. Per cui, intorno a noi, tutti si muovono e operano secondo le nuove condizioni orarie, facendoci così sentire nel sistema e non solitarie vittime del nuovo orario”.
Il professor Peverini ha colto l’occasione per dire che “la recente ma sommessa celebrazione della Sesta Giornata Mondiale del Sonno, celebrata il 15 marzo, ha consentito di porre maggiore attenzione ad altri e più rilevanti temi legati al sonno, quali l`insonnia autoindotta, ad esempio per lavorare di più nel timore di perdere il proprio lavoro, l`aumento oggettivo dell`insonnia nei Paesi colpiti da crisi economica, la costante e pericolosa diminuzione della durata del sonno dei bambini e degli adolescenti che tendono a restare svegli fino a tardi a causa dell`eccesso di uso di tv, computer, videogiochi. O, soprattutto negli adulti, all`abuso della notte per vivere nei social network, lo stillicidio delle morti per colpo di sonno alla guida di autoveicoli. Il 30 % degli studenti presenta un debito di sonno pari a quello dei lavoratori turnisti (Bess Austin – 2007). Il 12,5 % dei conducenti di mezzi pesanti lamenta una privazione di sonno fino a 3 ore per notte (Long Distance Driving – Philip et al.)”.
Quindi, ha concluso l`esperto, “lievi difficoltà dei primi due o tre giorni ad adattarsi all`ora legale sono ampiamente compensate dai vantaggi, a partire dal disporre un`ora in più di luce: 60 minuti in più a nostra disposizione. Oltre ai noti e irrinunciabili benefici del risparmio energetico”.
Mentre sarebbe bene che coloro che si privano del sonno stabilmente rivedessero le loro abitudini. Ad iniziare dagli studenti: se i calcoli degli esperti sono corretti e consideriamo solo quelli italiani dai 13 anni in su, stiamo parlando di quasi un milione di ragazzi. Abituati a fare le ore piccole e a sottrarsi sonno non certo una volta l’anno.
Alessandro Giuliani

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