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Torna l’educazione civica, per l’on. Boldrini serviva quella sentimentale: basta con la violenza sulle donne

Nella legge approvata alla Camera sul ritorno dell’educazione civica scuola non figura “l’educazione sentimentale, fondamentale per il rispetto delle donne e per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne”: a dirlo è stata la deputata di LeU Laura Boldrini nell’Aula della Camera durante la discussione finale sul provvedimento, annunciando comunque il voto favorevole del raggruppamento politico a cui appartiene.

Esigenza condivisa

“L’obiettivo di reinserire a pieno titolo l’educazione civica nei programmi d’insegnamento è un’esigenza ampiamente condivisa. Si avverte cioè la necessità che le nostre ragazze e i nostri ragazzi siano coinvolti in un percorso formativo che consenta loro di diventare cittadini consapevoli e attivi, di conoscere l’assetto istituzionale della Repubblica e quello delle istituzioni europee e di sentirsi pienamente parte di una comunità fondata su valori condivisi”.

No alla regionalizzazione

“Quei valori – ha detto ancora Boldrini – sono scritti nella Costituzione e la Costituzione, per essere rispettata, bisogna innanzitutto conoscerla. Per questo considero importante che ad essa sia dedicata una parte significativa dei nuovi programmi di educazione civica. E la Costituzione, ci tengo a ricordarlo, dice che la Repubblica è “una e indivisibile”.

“Lo dico perché nessuna ipotesi di autonomia differenziata e rafforzata per alcune regioni, deve portare ad una frammentazione e ad una dispersione in mille rivoli dei percorsi formativi soprattutto in una materia come quella che discutiamo oggi”.

L’attacco al vicepremier

L’ex presidente della Camera ha parlato anche del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “avrebbe bisogno di qualche lezione di educazione civica”, ha detto la deputata di LeU, non nuova ad aspri confronti con il vicepremier.

“Noi, colleghe e colleghi, diamo un buon esempio quando ci confrontiamo in modo civile e rispettoso pur da posizioni politiche distanti. Diamo un buon esempio quando adempiamo alla nostra funzione “con disciplina e con onore”, come dice l’articolo 54 della Costituzione”, ha sottolineato l’on. Boldrini.

“Ma si dà ai giovani un pessimo esempio quando si usano tutti i mezzi, anche i meno leciti, per dileggiare e offendere l’avversario, quando lo si considera apertamente un nemico da annientare. O quando, invece di valorizzare il carattere antifascista della nostra Costituzione (come sottolineava Aldo Moro nel dibattito alla Costituente), si mortifica la festa nazionale del 25 Aprile definendola come un derby tra fascisti e comunisti. E se lo fa un ministro dell’Interno la cosa è ancora più grave”.

“E l’esempio è quindi pessimo. Penso che anche quel Ministro “avrebbe bisogno di qualche lezione di educazione civica”, ha concluso Boldrini.

Alessandro Giuliani

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