Far comprendere ai nostri alunni cosa c’era prima della comunicazione digitale, facendo conoscere loro il fascino di penna e calamaio, quando non c’erano le App e andare a scuola significava prima di tutto “imparare a leggere, scrivere e a far di conto”. Contando su strumenti semplici ma funzionali, che rivalutano e danno autorevolezza alla figura del maestro. L’iniziativa è dell’istituto comprensivo Vassalluzzo di Roccapiemonte, in provincia di Salerno, dove è stata allestita un’aula muse, dove non c’è spazio per il Wi-Fi, né per i computer, i tablet o le “diavolerie” elettroniche che i nativi digitale governano ad occhi chiusi.
Largo, invece, ai banchi di formica, all’inconfondibile odore aspro di inchiostro, alle macchine tipografiche con le matrici dai caratteri mobili in piombo, ai fogli di carta incollati col vinavil, alle copertine cartonate rivestite in tela he non muoiono mai.
A spiegare i motivi di questo ritorno all’indietro di alcuni decenni è Anna De Simone, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Vassalluzzo di Roccapiemonte, in provincia di Salerno: “L’aula museo – dice la preside all’Ansa – è un passaggio dal passato al futuro. Il futuro è oggi: i nostri ragazzi sono nativi digitali, sono abituati a lavorare con i supporti didattici più moderni come le lavagne digitali, ma quest’aula può far capire loro il cammino che è stato fatto”.
Il contatto con certe realtà, tuttavia non deve essere considerato incompatibile o posto in antagonismo rispetto alle tecnologie multimediali ed interattive dei nostri giorni.
“Nella comunità dell’epoca, parliamo della prima metà del secolo scorso, c’erano figure di riferimento importanti – aggiunge De Simone -: il sindaco che rappresentava le istituzioni, il parroco che si occupava della cura dell’anima, il medico di quella del corpo, poi il notaio e il comandante che rappresentavano rispettivamente la legalità e la giustizia e poi c’era il maestro. La sua figura era particolarmente importante: per i genitori era un punto di riferimento per dare ai loro figli un futuro migliore, questi valori si sono un po’ persi, dovrebbero essere recuperati. Quest’aula mostra in un certo modo il ruolo importante che la scuola aveva nella società”.
“In queste aule ci siamo stati pure noi – racconta il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano -, è stata una gioia tornare tra questi banchi. È un modo per tenere in vita il nostro passato, perché il futuro nasce solo dal passato”.
“È emozionante sedersi in questi banchi che altrimenti non avremmo mai potuto vedere”, aggiunge la giovane assessora comunale alle politiche scolastiche, Annabella Ferrentino.
Ricordiamo che iniziative di questo genere sono state avviate anche in passato: come il “Progetto Calamaio”, risalente al 1986, ideato e progettato da educatori e animatori però specificatamente con deficit fisico.
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