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Tornano i giochi classici: il lato positivo dell’austerity

Complice la crisi finanziaria, le famiglie statunitensi sembrano riscoprire i giochi intelligenti: le confezioni ludiche legate alle mode e ai trend del momento fanno registrare una brusca frenata. Mentre tornano in auge agli acquisti di giocattoli più tradizionali. Come le bambole, quelli di società, su tutti il mitico Monopoli, e addirittura i tradizionalissimi yoyo: quelle rotelle speciali legate al filo che hanno reso felice l’infanzia dei genitori, ma soprattutto dei nonni, degli attuali bimbi statunitensi e di tutti quelli nati nei Paesi più avanzati.
Il fenomeno potrebbe interessarci da vicino: da diversi decenni quanto accade negli Usa si rivela spesso un preludio di fatti che nel volger di qualche tempo si affacceranno nel vecchio Continente.  
I primi a rendersene conto di questo andamento sono stati i produttori di giocattoli: Neil Friedman, Direttore generale della multinazionale Mattel, ha detto che “in questo particolare contesto economico, i genitori trascorrono più tempo a casa”. E dunque, hanno voglia di giocare anche loro.
Largo quindi ai giochi classici, quelli che, come scrive in un suo articolo il Washington Post, stimolano l’immaginazione e “non necessitano di batterie”. La conferma arriva dai budget in controtendenza, quindi in miglioramento, di aziende come Lego o Crayola, che vende matite colorate per bambini.
Tornano a “tirare” anche i cosiddetti giochi di società: un esempio su tutti è il conosciutissimo “Trivial Pursuit”, edizione ovviamente Junior. “Pensiamo che sia un grande ritorno delle famiglie che trascorrono il tempo insieme – ha dichiarato John Fascotti, responsabile marketing di Hasbro, la società che produce giochi di società tra cui proprio il Trivial – e i nuovi giochi sono diventati molto importanti da un punto di vista culturale: con 20 dollari, puoi acquistare un gioco emozionante e riunirti con la tua famiglia “. Famiglie che, con la stessa logica, potrebbero finalmente ritrovarsi vicini ai loro “pargoli” più di quei cinque minuti a sera per chiedere se va tutto bene e se hanno fatto i compiti. Famiglie che, come una volta, potrebbero anche riscoprire l’amore per i compiti fatti assieme ai figli, per sostenerli nelle materie dove hanno carenze ed incoraggiarli quando sono demotivati. Stiamo correndo? Forse, perché le cose sono un po’ più complesse. Intanto godiamoci, con il ritorno ai giocattoli tradizionali, il lato positivo dell’austerity.
Alessandro Giuliani

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