Con l’inoltrarsi dell’autunno tornano le occupazioni degli istituti da parte dagli studenti. A Roma in poche ore si sono contati ben undici istituti superiori e licei. I motivi di fondo rimangono più o meno sempre gli stessi: la mancanza di investimenti, i tagli alla scuola e il continuo rimandare l’approvazione di una legge che garantisca il diritto allo studio. A cui quest’anno si aggiunga la contestazione contro la “condizione precaria delle strutture”.
Nell’elenco di scuole occupate figura anche lo storico liceo Mamiani, nel quartiere Prati, dove i ragazzi si erano precedentemente riuniti in assemblea nella mattina del 19 novembre, decidendo definitivamente per la mobilitazione alcune ore di confronto.
Altri istituti occupati nella stessa mattinata, sempre nella capitale, sono il Virginia Woolf, in zona Casilina, l’alberghiero e artistico di via Argoli, l’Aristotele ed un altro alberghiero, tutti all’Eur, l’Ermellini alla Garbatella, il magistrale Margherita di Savoia a San Giovanni, il Pirelli ai Colli Albani ed il Gassman a Primavalle.
Nell’elenco di scuole occupate figura anche lo storico liceo Mamiani, nel quartiere Prati, dove i ragazzi si erano precedentemente riuniti in assemblea nella mattina del 19 novembre, decidendo definitivamente per la mobilitazione alcune ore di confronto.
Altri istituti occupati nella stessa mattinata, sempre nella capitale, sono il Virginia Woolf, in zona Casilina, l’alberghiero e artistico di via Argoli, l’Aristotele ed un altro alberghiero, tutti all’Eur, l’Ermellini alla Garbatella, il magistrale Margherita di Savoia a San Giovanni, il Pirelli ai Colli Albani ed il Gassman a Primavalle.
Il giorno prima la stessa sorte era stata decisa, sempre dagli studenti, per il liceo Galileo, all’Esquilino, e per l’istituto Colonna, situato nel centro storico.
In linea con il passato, le proteste toccano anche l’università. Con un’assemblea permanente avviata in tutte le sedi della facoltà di Architettura della Sapienza: gli studenti del più grande ateneo del vecchio Continente protestano contro il decreto stabilità che minaccia la valenza legale del titolo di studio e i servizi pagati ma non erogati, necessari a soddisfare la denominazione di ‘università di secondo livello’ (mancanza di laboratori, chiusura del centro stampa prevista per il 25 novembre, mancanza della mensa chiusa 4 anni fa e ora occupata da un campetto di calcio).
In linea con il passato, le proteste toccano anche l’università. Con un’assemblea permanente avviata in tutte le sedi della facoltà di Architettura della Sapienza: gli studenti del più grande ateneo del vecchio Continente protestano contro il decreto stabilità che minaccia la valenza legale del titolo di studio e i servizi pagati ma non erogati, necessari a soddisfare la denominazione di ‘università di secondo livello’ (mancanza di laboratori, chiusura del centro stampa prevista per il 25 novembre, mancanza della mensa chiusa 4 anni fa e ora occupata da un campetto di calcio).
“Riteniamo inaccettabile che all’interno del più grande ateneo d’Europa – ha scritto gli studenti – il corso di Architettura a ciclo unico rilasci un titolo che ancora oggi non è stato dichiarato conforme alla certificazione Europea, pertanto potenzialmente non valido nei paesi dell’Ue”.